BLOOD MONOLITH – The Calling of Fire

Pubblicato il 09/05/2025 da
voto
7.0
  • Band: BLOOD MONOLITH
  • Durata: 00:27:42
  • Disponibile dal: 16/05/2025
  • Etichetta:
  • Profound Lore
Streaming non ancora disponibile

Nome sempre più di spicco dell’underground estremo americano, visto il suo coinvolgimento in realtà rispettatissime come Ulthar, Thanatotherion, Human Corpse Abuse e – soprattutto – Nails, il cantante/chitarrista Shelby Lermo certifica l’esuberanza e l’esplosività della sua penna con i Blood Monolith, progetto che, completato da Tommy Wall (Undeath, chitarra), Nolan (Genocide Pact, basso) e Aidan Angelo (Deliriant Nerve, batteria), lo vede dipingere una sorta di quadro surrealista a base di death metal ‘ad ampio raggio’ e scorie hardcore/grind.
Un suono che l’artwork di Nick Blinko, leader degli storici anarcho-punk britannici Rudimentary Peni, introduce nel migliore dei modi ai sensi dell’ascoltatore, e che il quartetto – il quale potrebbe anche essere visto come una piccola ‘all star band’, vista l’esperienza dei musicisti chiamati in causa – interpreta assecondando una creatività febbrile da cui i riff e le idee sembrano scaturire in modo incessante, alimentati da una foga che (appunto) ha più di qualcosa da spartire con il mondo grindcore.
Un flusso tanto vorticoso e furente, quanto muscolare e percussivo, in cui Lermo e compagni, a mo’ di centrifuga, triturano e rimpastano una serie di spunti provenienti dalla grande stagione death metal degli anni Novanta, per poi tagliare il frutto dei loro sforzi con dell’acido lisergico e conferire all’insieme un carattere allucinato e apocalittico.
Brani abrasivi e densissimi che si attestano quasi tutti sui due/tre minuti di durata, a dimostrazione di un songwriting votato alla concisione, piuttosto che alla verbosità, nei quali è possibile scorgere sia il tipico impianto brutale di Suffocation e primi Cryptopsy/Cannibal Corpse, sia l’approccio tortuoso e frastagliato di alchimisti come Demilich e Morbid Angel (si senta il riff portante della conclusiva “Pyroklesis”, vero e proprio omaggio all’eredità di Trey Azagthoth), per un risultato complessivo dove il cambio di tempo e di tonalità – su velocità deraglianti – la fa da padrone.
Musica barbara, quindi, ma che richiede una certa dose di attenzione per essere assimilata a dovere, per quanto la brevità della tracklist e il ricorso a qualche affondo thrasheggiante (il quale potrebbe persino riportare alla mente certi Deicide) aiutino nella metabolizzazione.
A conti fatti, sebbene il focus delle ultime prove degli Ulthar non venga replicato da questo “The Calling of Fire”, anche qui il gusto e la personalità di Lermo non tardano a manifestarsi, dando l’impressione che in futuro, con un ulteriore lavoro di cesello sulle strutture, talvolta un po’ troppo eccessive e frenetiche, la band possa mettere a segno un colpo importante.
Resta comunque il fatto che quello immesso sul mercato da Profound Lore sia un esordio interessante; un disco che non cerca di sedurre il pubblico né attraverso un’immagine stereotipata e tradizionale, né calcando la mano su virtuosismi e sperimentazioni, ma suonando concreto, sporco e svincolato da buona parte delle logiche death metal contemporanee.
Se negli ultimi tempi avete seguito e apprezzato la carriera del musicista californiano, probabilmente, “The Calling…” non vi deluderà.

 

TRACKLIST

  1. Trepanation Worm
  2. The Owl In Daylight
  3. Prayer To Crom
  4. Viscera Vobiscum
  5. Apparatus
  6. Cleansing
  7. Slaughter Garden
  8. Pyroklesis
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