7.0
- Band: BLOOD ON BLACK LEATHER
- Durata: 00:15:54
- Disponibile dal: 14/03/2023
Spotify non ancora disponibile
Apple Music non ancora disponibile
Sappiamo poco di questi Blood On Black Leather, se non che si tratta del (nuovo?) progetto musicale di Cristian M, artista multidisciplinare che, in questa occasione, si occupa di tutti gli strumenti, compresa la programmazione delle macchine, e ovviamente del concept visuale.
Anche dal punto di vista della durata il progetto si concede poco, con appena un quarto d’ora di musica per presentarsi al pubblico: va però detto che sono pochi minuti, ma sufficienti per dare un’idea chiara degli intenti e della potenzialità di questa band. Il disco si apre su tonalità quasi degne di Carpenter, con l’intersezione tra il pianoforte, il sound del synth e il gelo delle ritmiche elettroniche, con la curiosa ma stuzzicante scelta di uno strumentale per immergerci nel loro alveo visionario. La seconda traccia inizia a inserire nuovi elementi, in un crescendo di dolore, quasi fisicamente percepibile attraverso le sfuriate della drum machine, mentre la breve “Cristina” dura appena un minuto, tra nostalgia e strazio. A ben vedere, in fondo, le cinque tracce sono altrettante sfumature dello stesso, angoscioso percorso; con l’alternarsi tra synth e tastiere a toglierci continuamente un riferimento preciso, ma non la costante sensazione di oppressione: sono tappeti elettronici che si sublimano con chitarre zanzarose e una voce filtrata oltre la soglia dello strazio. Si fondono così lunghi segmenti industrial e depressive black metal (“Il Filo Di Lama”), mentre sul finale la ripresa dell’opener “A Strong Armour Can Break A Sword” trasforma le già cupe vibrazioni iniziali in un’orrorifica nenia retta da un pianoforte maligno, dagli effetti sonori e dall’aggiunta di una voce gracchiante.
Immaginate di svegliarvi nello scantinato di un serial killer, e avrete un’idea di questo brano e del sottotesto costante di questo promettente progetto.