8.5
- Band: BLOOD RED THRONE
- Durata: 00:38:52
- Disponibile dal: 04/12/2001
- Etichetta:
- Karmageddon Media
- Distributore: Self
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Un momumento di morte. Un immondo monolite di distruzione, devastazione, nichilismo sonoro che produce visioni di sangue, ferite inguaribili, cicatrici rapprese. Un trono rosso sangue, quello di Tchort, uno dei volti fondamentali della scena musicale scandinava: un nome, il suo, che ha attraversato le più importanti e geniali formazioni della scorsa decade a partire da In The Woods, Emperor, Satyricon, Carpathian Forest, e scandito con il proprio marchio violento masterpiece del calibro di “In The Nightside Eclipse”, “The Shadowthrone”, “Strange Old Brew”. Una personalità vincente, degna di chi conosce le proprie forze e non teme di imbarcarsi ogni volta in una nuova esperienza caratterizzante come questa dei Blood Red Throne, che non conosce pressoché paragoni con alcuna delle precedenti creature del chitarrista/bassista norvegese, né con altre band in circolazione. Di matrice sfacciatamente floridian death metal, i Blood Red Throne costruiscono geometrie di dolore, assalti sonori che citano Obituary, Monstrosity, Suffocation, ma anche Cannibal Corpse ed i Death di una volta, il tutto rivisitato con il tocco gelido del norse black metal ereditato dalla lezione di Emperor e Satyricon, cui Tchort e Dod (glaciale ascia sul monumentale “Rebel Extravaganza” ) mostrano di aver metabolizzato alla perfezione. Brani come “Dreams Controlled Murder”, “The Children Shall Endure”, “Portait Of A Killer” sono dei frammenti di follia pura applicata alle leggi della matematica che prendono continuamente le distanze dalle ovvietà del genere, concretizzandosi in un’eccitante sintesi di caldo e freddo, calcolo ed impulsività. Un album che intimorisce ogni altra recente uscita in questo campo, a livello solo dell’ultimo capolavoro dei Rebaelliun. Almeno per quanto ci riguarda, il futuro del death metal passa per i Blood Red Throne…