7.0
- Band: BLOOD YOUTH
- Durata: 00:34:20
- Disponibile dal: 07/04/2017
- Etichetta:
- Rude Records
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Questi carinissimi inglesi dalla faccia d’angelo ma dal mosh disperato sono stati incredibilmente attivi dal 2014, loro anno di formazione, nel circuito undergound della vecchia Inghilterra, seguendo un pattern che li ha visti sfornare due ep in questi anni, a distanza ravvicinata, per mantenere sempre alta la tensione ed avere una robusta setlist per i propri live. Agli inizi, i nostri si presentavano come l’ennesima formazione moshcore dall’hook melodico facile sulla falsa riga di band quali The Ghost Inside o A Day To Remember, presentando lavori sempre formalmente perfetti e divertenti ma dalla personalità decisamente non pervenuta, ma che gli hanno comunque permesso di suonare in giro con costanza e di farsi vedere e notare dalla stampa locale ed europea. Sempre sotto la Rude Records, i ragazzi arrivano oggi finalmente al fatidico traguardo del primo album, e li vediamo spingere con vigore verso il lato più hc melodico delle proprie influenze, accantonando in scioltezza le patinate atmosfere melo-core degli anni passati, cosa riscontrabile anche dalla produzione più grezza e ‘verace’ di questo “Beyond Repair”. Il terzetto decide in questo album di raccontare il modo in cui si vive la rabbia ai giorni nostri, e cerca, riuscendoci anche molto bene, di canalizzare tutti questi sentimenti negativi nei confronti della vita e delle relazioni amorose in queste 10 tracce, sputando in faccia all’ascoltatore un bel concentrato di sangue, sudore e lacrime. I ritornelli in pulito, adesso ben misurati e meno ruffiani, sono presenti in quasi tutti i pezzi, rendendo l’ascolto di questo platter immediato e facilmente assimilabile sin da subito, data anche la brevità e la sufficiente varietà degli episodi qui proposti. Abbiamo anche alcuni singoloni decisamente irresistibili, quali la splendida “Reason To Stay”, le mani in faccia di “Parasite” o ancora l’apripista “Making Waves”, che ci presentano una band in un ottimo stato di forma, e finalmente sopra la media delle uscite di settore. C’hanno messo un po’, ma alla fine i Blood Youth sono arrivati all’esame primo full length ben preparati, passandolo a pieni voti.