5.5
- Band: BLOODBOUND
- Durata: 00:45:05
- Disponibile dal: 24/02/2017
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Con una discografia caratterizzata da album più o meno mediocri, i Bloodbound giungono al loro settimo studio full-length, intitolato “War Of Dragons”. Da anni criticati per la loro immagine più affine ad un gruppo estremo che ad un gruppo power quale essi sono, gli svedesi hanno deciso stavolta di optare per le più classiche tematiche di spade, battaglie e dragoni, stampando nella copertina un drago volante ed intitolando l’album esplicitamente “War Of Dragons”. Ignari del significato delle parole ‘originalità’ e ‘personalità’, i Bloodbound si limitano come sempre a riproporre tutti i clichè del genere. Indubbiamente però bisogna riconoscere come siano bravi a confezionare il tutto: melodie carine, voce alta, cori epici, buone performance dei musicisti, doppia cassa a manetta, eccellente produzione, ecc. Peccato però che il risultato suoni tremendamente come qualcosa di ‘già sentito’: diventa quasi divertente sfidarsi nel riconoscere ogni brano, ed individuare nei suoi vari passaggi a quale canzone somigli. Ovviamente la band suona il suo solito power/speed di stampo tedesco, che pesca a piene mani dai vari Helloween, Edguy, Powerwolf, Freedom Call, ecc., con influenze anche di Rhapsody Of Fire, Sonata Arctica, dei primi Nightwish e degli Hammerfall, ma troviamo che siano cresciuti parecchio nelle loro scale di ispirazione i Sabaton, verso i quali raggiungono livelli di emulazione davvero notevoli. C’è anche un tocco di folk, giusto per non far mancare nulla, in tracce come “Silver Wings” ed in parte anche in “Starfall”: quest’ultima, a dire il vero, è l’unica canzone che ci è sembrata forse un po’ più interessante. Insomma, “War Of Dragons” è l’ennesimo disco inutile di una band che però ha il merito e la furbizia di presentare bene la propria pochezza e la propria inconsistenza. Se proprio impazzite per il power ultra-melodico, troverete nel disco diverse canzoni orecchiabili; se, invece, siete stufi di tutte queste band clone che fanno uscire da decenni dischi sempre uguali, potete starne tranquillamente alla larga.