7.0
- Band: BLOODSHOT DAWN
- Durata: 00:44:09
- Disponibile dal: 12/01/2018
- Etichetta:
- Hostile Media
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Una vera e propria rianimazione quella messa in atto da Josh McMarron, leader e fondatore dei Bloodshot Dawn. Dopo il buon, nonché omonimo, esordio del 2012, seguito a due anni di distanza dal meno entusiasmante “Demons”, la band inglese si è praticamente trovata in mezzo al deserto. Senza componenti, senza etichetta e forse senza futuro. E’ stato lo stesso McMarron a rimboccarsi le maniche per ricostruire il gruppo da cima a fondo, assoldando Morgan Reid come secondo chitarrista, James Stewart (già drummer dei Vader) dietro le pelli e il nostro Giacomo Gastaldi al basso. Non solo, nel frattempo è arrivato pure il contratto con la Hostile Media, label indipendente britannica; non un colosso, ma meglio di niente. Risultato? Il qui presente, manco a dirlo, “Reanimation”: quaranta minuti di death metal dove tecnica e melodia fanno capolino in più di un’occasione, indirizzando schegge rabbiose e fulminee su linee più articolate e in alcuni casi più orecchiabili. Perfetta testimonianza di quanto appena scritto la troviamo nell’immediata “Seared Earth”: un avvitamento chitarristico ci porta nelle viscere terremotanti di una terra ormai bruciata su cui l’alieno presente in copertina provvederà a fare piazza pulita dell’umanità intera, riportandola alle sue forme primordiali. Il terzo lavoro dei Bloodshot Dawn, infatti, se dal punto di vista prettamente musicale si discosta da quanto prodotto ad inizio carriera, modernizzando l’intero impianto compositivo, a livello di artwork va a completare la trilogia artistica iniziata sette anni or sono. Un viaggio che con il tempo ha preso sempre più le fattezze di un’impresa ‘fantascientifica’ come dimostra “Graviton Nightmare” dove gli intrecci tecnici (e tecnologici) fanno da contraltare agli stacchi maggiormente votati alla violenza sonora ed allo scream/growl dello stesso McMarron. Una sorta di band dalla doppia natura quella albionica: se la sezione ritmica tiene alta e vorticosa la tensione avvicinandosi allo stile prediletto da band quali Dying Fetus (“Soul Affliction”), sono le chitarre a compiere autentici voli pindarici, alternando riff taglienti a episodi più studiati e particolari, andando così ad ‘armonizzare’ l’intera traccia (“Survival Evolved”). Ma è il continuo aggrovigliarsi dei quattro musicisti il marchio di fabbrica dei Bloodshot Dawn: una fitta sovrapposizione di tempi e break rapidissimi ben si intercalano al lavoro delle sei corde, arrivando a realizzare passaggi dal sapore quasi prog, come dimostrano “Shackled” ed in particolar modo “Battle For The Universe”). Si arriva così, dopo la malinconica e strumentale “DNA Reacquisition” alla ‘title-track’: una “Reanimated” (dalla quale è stato estratto anche un lyric video) che, pur non tenendo il passo dei precedenti brani, racchiude in sintesi le caratteristiche di questa nuova veste targata Bloodshot Dawn. Le fondamenta per un nuovo futuro sono quindi state poste, così come il primo mattone. Si attendono quindi nuove conferme.