6.5
- Band: BLOODY MARY (ITA)
- Durata: 01:12:00
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Valery Records
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Sulle scene da ormai un decennio, i milanesi Bloody Mary si sono guadagnati in questi anni una discreta fama come risposta tricolore ai più famosi colleghi finnici, ovvero H.I.M., 69 Eyes e To Die For, senza dimenticare le influenze ‘storiche’ di band come Fields of the Nephilim e The Cult. Stanti queste premesse, crediamo il titolo del loro nuovo full-length – “Anno Zero”, chiusura di una trilogia iniziata con “Blood ‘N Roll” del 2005 e continuata con “Party music Graveyards” del 2010 – non si riferisca al corso musicale della formazione meneghina, saldamente ancorato sulle coordinate sonore di cui sopra. Eccezion fatta per le ritmiche marziali di “Concrete Jungle”, pezzo industrial sulla falsariga dei vari Kraftewark / Rammstein / Deathstars, e per le orchestrazioni elettro-teatrali di “Crawling”, il resto della tracklist vede un’alternanza tra le classiche cavalcate goth ‘n roll (“I Keep Pretending”, “Chase The Nowhere”, “Judith”, “Frozen”, “I Am Gonna Miss You”), e pezzi più romanticamente malinconici (“Did You Let Me Down”, “The 3rd Chance”), mescolando occasionalmente il tutto, come avviene nell’ipnotica “So Far Away”. Poche sorprese, dunque, ma una serie di conferme: se la palma del migliore spetta di diritto al carismatico frontman Aldebran, versione nostrana dei vari Ville e Jari, va comunque sottolineato il buon lavoro svolto del resto della band, efficace senza mai strafare. Nel complesso, pur senza raggiungere il livello dei capolavori del genere, goth ‘n roll e love metal che sia, “Anno Zero” ci consegna una band in palla, ormai in grado di competere ad armi pari con l’attuale versione dei loro numi tutelari.