8.0
- Band: BLUES PILLS
- Durata: 00:38:55
- Disponibile dal: 02/08/2024
- Etichetta:
- BMG
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Non sapremo mai quanto la gravidanza di Elin Larsson abbia inciso sul processo creativo di “Birthday”, ma siamo pronti a scommettere che, in caso contrario, ci saremmo trovati tra le mani un lavoro completamente diverso, per atmosfere e sonorità. La cantante, infatti, è venuta a conoscenza della sua condizione proprio durante le sessioni di scrittura del nuovo disco e, confermando la spinta femminista che la contraddistingue, ha abbracciato l’arrivo di una nuova vita facendo un vero e proprio parallelo tra la capacità creatrice di un’artista e quella generatrice di una donna, che non deve necessariamente scegliere l’una o l’altra via, ma può vivere pienamente entrambe, traendone una forza ed un’energia inaspettata.
Che sia merito dell’arrivo del piccolo Loui o meno, comunque, quello che possiamo constatare è come i Blues Pills con questo nuovo lavoro abbiano fatto davvero un salto enorme in avanti, imboccando strade inaspettate.
All’epoca della recensione di “Holy Moly!” avevamo detto che, pur avendo scritto di un disco di valore, i Blues Pills sembravano non avere ben chiara la direzione da prendere, a metà strada tra malinconia ed energia rock. Ebbene, “Birthday” risolve questo conflitto non scegliendo né l’uno né l’altro, ma imboccando con convinzione un percorso fatto di melodie eccezionali, solari, sempre contaminate dalla grande musica degli anni Sessanta e Settanta, non quella più cupa e viscerale che avevamo visto in passato, bensì quella più colorata e spensierata che ha caratterizzato quei decenni in maniera non meno incisiva.
Così abbiamo un’apertura pressoché perfetta come la title-track, con quel riff iniziale un po’ alla Clash, su cui si appoggia una linea melodica irresistibile e si continua con “Don’t You Love It”, che parte con un basso insistente ed una batteria essenziale, per poi esplodere in un ritornello che sembra omaggiare il miglior rockabilly e il surf degli anni Cinquanta e Sessanta. “Bad Choices” e “Piggyback Ride” recuperano i Blues Pills più rock e graffianti, con il loro hard blues infuocato; mentre “Top Of The Sky” si candida come una delle migliori ballad degli ultimi dieci anni, con una performance di Elin Larsson semplicemente stellare. E ancora, “Somebody Better” con quel crescendo epico e maestoso sul finale; “Shadows” e le sue contaminazioni spiritual; fino al finale sinuoso ed emozionante di “What Has This Life Done To You”.
“Birthday”, insomma, voleva essere un inno alla vita e centra l’obiettivo in maniera quasi perfetta, grazie ad una manciata di canzoni che, se fossimo in un decennio diverso, avrebbero tranquillamente potuto scalare anche più di una classifica. Ora non vediamo l’ora di ascoltarle dal vivo e speriamo che i Blues Pills continuino a stupirci con album di questa caratura.