7.0
- Band: BLUT AUS NORD
- Durata: 00:42:47
- Disponibile dal: 11/11/2011
- Etichetta:
- Debemur Morti
- Distributore: Masterpiece
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I Blut Aus Nord sono ormai un fiume in piena: uno o più album all’anno per i transalpini, che ora sono saldamente accasati presso la Debemur Morti e, dopo ben 17 anni di carriera, possono a tutti gli effetti vantarsi della nomea di “band di culto”. Il titolo dice tutto: “777 – The Desanctification” è il naturale seguito di “777 – Sect(s)”, lavoro uscito ad aprile e prima parte di una trilogia che ha messo in luce un’ennesima svolta per il sound della formazione, oggi maggiormente rivolto all’introspezione e ad afflati di matrice industrial dopo il salto nel passato rappresentato dal seguito di “Memoria Vetusta”. “777 – The Desanctification” pone ulteriormente l’accento sulla componente atmosferica della proposta, rifuggendo praticamente del tutto soluzioni (black) metal per tuffarsi in un mare di suoni dilatati e ad ampio respiro. Questa volta, i nostri puntano parecchio sulla linearità, producendo tracce sì lunghe, ma che non presentano grandi cambi di registro: il materiale si muove blandamente, l’incedere è onirico e il lavoro di chitarre, mai così aperte e ipnotiche, svela in più punti una ricerca melodica decisamente spiccata. Questa formula si protrae per tutta la durata del disco, mostrando forse un po’ di corda quando certi episodi raggiungono i sette minuti senza palesare mutamenti ritmici o qualcosa che sopraggiunga ad arricchire ulteriormente questa impostazione pseudo-ambient. Tuttavia, rimane sempre abbastanza evidente l’abilità dei Blut Aus Nord di creare tappeti ritmici avvolgenti, stratificando synth, percussioni e suoni metallici di varia natura. La voce, sempre effettata, sembra a volte quasi voler rovinare le atmosfere plumbee delle canzoni, creando un effetto straziante che i frequentatori di certa Cold Meat Industry conosceranno bene; ma si tratta di momenti: l’album, a dispetto di un ventaglio di suoni freddi e di una indubbia carica esoterica, vive di melodia e oggettivamente si lascia ascoltare senza particolari sforzi, soprattutto nella seconda parte. Nessuna vera rivelazione, ma l’ispirazione si sente e chi ama Godflesh/Jesu, Deathspell Omega, Darkspace o Godkiller avrà di che godere.