8.0
- Band: BLUT AUS NORD
- Durata: 00:48:40
- Disponibile dal: 10/10/2014
- Etichetta:
- Debemur Morti
- Distributore: Masterpiece
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L’opera di Vindsval e dei suoi Blut Aus Nord è sempre stata complessa e sfaccettata: fin dal debut “Ultima Thulée” la band francese si è distinta in qualità e profondità. Dal black metal più classico a quello con influenze industrial e ambient, i dischi si sono succeduti negli anni con una loro coerenza ed un legame forte, come fossero ponti musicali in grado di aprire nuovi orizzonti, sempre lasciando il desiderio di “averne ancora”. La trilogia “Memoria Vetusta”, quella in cui i Blut Aus Nord mantengono un sound più tradizionalmente black metal, giunge al terzo capitolo: “Saturnian Poetry”. L’esperienza di “Memoria Vetusta III: Saturnian Poetry” inizia dall’evocativa copertina (opera di Necrolord Wåhlin) che ci trasporta in un paesaggio cupo anche se, in qualche modo, pacifico. Schiacciamo “play” ma, dopo una breve intro, la violenza di “Paien” esplode in tutto il suo gelo annichilente. Il riffing di Vindsval è cupo, notturno e maligno, eppure venato da una certa epica drammaticità: le melodie salgono, arrampicandosi verso vette gelide e precipitano in ombre cupe e distorte. Lo scream graffia e lacera, una lama di ghiaccio che fende ogni canzone; anche le parti di cantato pulito non infastidiscono e non paiono sfoggio di qualcosa: restano sempre funzionali a ciò che il pezzo vuole comunicare. Ogni traccia ha un respiro vasto, tende all’infinito (come ci viene ricordato in “Henosis”) e ci trasporta nella notturna maestosità della band. I brevi testi vogliono solo suggerirci il cammino, ci indicano una strada contorta che si perde oltre la nostra vista. I Blut Aus Nord riescono ad essere melodici e primordiali, veloci e d’atmosfera, il loro black metal mescola e dosa con precisione alchemica ma non si discosta mai dal genere, restando – quindi – fedele a se stesso. “Memoria Vetusta III: A Saturnian Poetry”, non è un disco per tutti e proprio in questo svela la sua perfezione: seguendo lo spirito che Vindsval ha sempre posto nelle sue opere, anche questo lavoro è elitario e non lo nasconde. Non cerca di piacere: la sua forza risiede nella destrutturalizzazione musicale che spoglia di orpelli e ricostruisce, lasciando solo un sentimento di male puro e distillato, così come si proclama in “Clarissima Mundi Lumina”, dove ogni concetto è ribaltato. Questo “terzo capitolo” è poesia musicale, nera e violenta; non tollera un approccio superficiale, un ascolto distratto vi farà risultare questo disco monotono, quasi noioso, in questo caso arriverete a desiderare che finisca in fretta. I Blut Aus Nord richiedono un ascolto attento, una predisposizione a coglierne le mille sfaccettature ed una totale apertura verso il loro sound ed il loro messaggio.