6.5
- Band: BODYFARM
- Durata: 00:43:34
- Disponibile dal: 24/02/2023
- Etichetta:
- Edged Circle Productions
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Dopo un inizio di carriera fitto di uscite, con album buttati fuori anche a distanza di appena un anno l’uno dall’altro, i Bodyfarm hanno via via iniziato a prendersi più tempo per comporre, sparendo dai radar anche per lunghi periodi. Sono ad esempio trascorsi circa tre anni e mezzo dalla pubblicazione del precedente “Dreadlord”, opera a dire il vero uscita in sordina e poco considerata in un panorama underground dove ormai la concorrenza è sempre più vasta a agguerrita. Gli olandesi ci riprovano ora con “Ultimate Abomination”, album in cui si respira il consolidamento di uno stile a cui il gruppo ha sempre più accennato nei lavori appena precedenti, ma dal quale si riparte per ampliare ulteriormente il discorso verso una formula più che mai variegata.
Se in origine i Bodyfarm erano sostanzialmente una death metal band dal suono classico, radicato soprattutto in riferimenti tardo ottantiani, con il trascorrere del tempo la loro proposta ha inglobato sempre più melodia e spunti vicini al death-black di matrice nordeuropea, aprendosi a strutture meno rigide e a un carattere più sprezzante. Il nuovo lavoro prova quindi a dare voce concretamente a più stilemi, cercando di fondere la solita densità di matrice old school death metal con delle sfumature più maligne e, a tratti, un approccio quasi death’n’roll a livello di interpretazione (evidente soprattutto in una traccia come “The Wicked Red”). Ascoltando il disco, brano dopo brano, si fa largo l’impressione che i Bodyfarm questa volta abbiano voluto più che mai giocare coi vari travestimenti musicali, con l’intento di regalare qualcosa di inaspettato. Si passa così da partiture molto grezze e tradizionali a un ibrido death/black/thrash venato di una maggiore ariosità e apertura melodica, per un risultato complessivo che spesso rimanda ai connazionali God Dethroned nei loro capitoli di una ventina di anni fa (“Ravenous”, “Into the Lungs of Hell”, ecc). Il raggio d’azione della band acquista insomma di una più pronunciata espressività, unendo varie forze e influenze, ma senza perdere mai del tutto di vista il concept originario. Ciò che continua a frenare le ambizioni dei Bodyfarm, semmai, è la faciloneria che aleggia su certi riff o progressioni: non tutti gli episodi della tracklist risultano infatti particolarmente entusiasmanti, inibiti da un lavoro di chitarra che talvolta si arena su formule un po’ troppo dozzinali, non riuscendo a trasferire verve e potenza dal piano teorico a quello strettamente pratico.
Nel suo insieme, comunque, “Ultimate Abomination” non dispiace a livello di intenzioni e di impatto complessivo. La pioggia metallica che i Bodyfarm lasciano cadere sull’ascoltatore ha i suoi momenti piacevoli e siamo abbastanza certi che dal vivo possa acquistare qualche marcia in più.