7.5
- Band: BOIL
- Durata: 00:47:26
- Disponibile dal: 14/08/2010
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I Boil, al di là della discreta fama di cui sembrano godere in patria, sono una band pressoché sconosciuta nel resto del pianeta, alle prese con il secondo capitolo discografico di carriera. “A New Decay” è un disco vario in grado di sviluppare al suo interno numerose influenze senza per questo risultare dispersivo. Il merito di questo non trascurabile pregio va ricercato nell’ottima pasta sonora creata dalla sezione ritmica e dalle due chitarre che alternano un riffing stoppato e spigoloso ad aperture melodiche anche in pulito atte a valorizzare sia l’aspetto più immediato che quello intimista del gruppo. Il secondo disco dei Boil rientra in ambito heavy rock moderno, ma, all’interno delle tracce che lo compongono, troviamo inserti nu rock, post grunge, alternative, dark e progressive a testimonianza dell’elasticità artistica dei nostri; l’influenza di Tool e A Perfect Circle, per citare due band che i Boil avranno sicuramente ascoltato più di una volta, appare evidente nell’approccio ritmico ed in alcune linee vocali senza per questo mettere in discussione la personalità del quintetto danese. La band scandinava non di rado predilige strofe criptiche e malinconiche, in cui emerge l’anima degli ultimi Katatonia, che si aprono nel refrain portante a soluzioni melodiche più immediate e tuttavia non banali, ma allo stesso tempo mostra la capacità di staccarsi dai classici schemi della forma canzone per abbracciare strutture articolate di natura progressiva. All’interno di una tracklist ispirata, mai sotto il livello di guardia, emerge il groove di “Transition”, l’atmosfera visionaria di “The Fall” e quella struggente firmata “Dead Inside”. Nel finale c’è spazio anche per la ballata algida “Starless”, in cui emerge una vena electro-dark appena percettibile nel resto del disco, ennesima sfumatura di un disco intrigante destinato a crescere con gli ascolti.