7.0
- Band: BOLOGNA VIOLENTA
- Durata: 00:24:16
- Disponibile dal: 27/01/2012
- Etichetta:
- WALLACE RECORDS
- Distributore: Audioglobe
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Terzo album del progetto discografico Bologna Violenta, avventura intrapresa da Nicola Manzan (Baustelle, Teatro Degli Orrori) all’insegna dell’estremismo sonoro cibernetico e dell’autoironia in ambito sociale. Ancora una volta, il polistrumentista sforna un disco in cui la base di grindcore sintetico viene usata come frullatore per un miscuglio industriale di cyber metal, techno hardcore e qualche accenno di musica classica ed elettronica vintage, dando vita ad una centrifuga impazzita di pezzi dalla durata brevissima e quasi interamente strumentali. Una mitragliata di brani, quelli di “Utopie E Altre Piccole Soddisfazioni”, che si incarnano, spesso e volentieri, in uno stile di vita prettamente attuale, dove i rapporti umani sono ridotti all’osso per favorire un sempre più crescente bisogno di dipendenza dalle macchine, concetto figlio di un modo di fare musica ben lontano da qualsiasi tipo di classificazione e sostanzialmente “open minded”. Napalm Death, Johann Sebastian Bach, Mr.Bungle e hardcore digitale sono i punti in comune dell’intera opera, non pensata come un concept, ma evidentemente da leggere come un insieme di manifesti anticonvenzionali, dove nessuno – politica, religione, mass media e rapporti sociali – è escluso. In tutto ciò, viene quindi apprezzata la scelta di coverizzare i CCCP con il brano “Valium Tavor Serenase”, unico pezzo cantanto insieme a “You’re Enough”, con ospite J. Randall degli Agoraphobic Nosebleed alla voce: una crudele scarica di grindcore crepuscolare. Teatrale, avanguardistica, nichilista… chiamate la musica di Manzan come volete: questa sorta di sountrack – che vedremmo bene per un film come “Tetsuo: The Iron Man” – spiazza e colpisce per la sua capacità di poter esprimere una visione generale della vita senza usare parole. Una musica non per tutti, adatta ai più temerari e fortemente sconsigliabile a chi predilige la “forma canzone”; aspetto che limita “Utopie E Piccole Soddisfazioni”, ma che non ne svalorizza il forte significato. I Bologna Violenta si confermano una curiosa e atipica realtà alternativa per chi crede ancora nella musica italiana.