8.5
- Band: BOLT THROWER
- Durata: 00:46:03
- Disponibile dal: 01/07/1991
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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Mentre negli Stati Uniti band quali Death, Morbid Angel, Obituary, Necrophagia, Autopsy e molte altre ancora stanno iniziando a spandere il seme purulento del death metal, in Gran Bretagna avviene lo stesso con il nascituro grindcore; qui però, tra Carcass, Napalm Death ed Extreme Noise Terror, sin da subito si distinguono per un approccio nuovo ed indipendente i Bolt Thrower, cinque loschi figuri di Coventry che daranno vita ad un modo di intendere il death che sarà basato su liriche e “movimenti musicali” guerreschi. “War Master” è il loro terzo album, quello della definitiva consacrazione della band e della canonizzazione del loro sound. Infatti i nostri proprio con questo lavoro iniziano ad aumentare sensibilmente le partiture in mid tempo all’interno dei loro brani e, su suggerimento del grandissimo produttore Colin Richardson alzano di un paio di toni l’accordatura delle chitarre, in modo da evidenziare ulteriormente le partiture più veloci, dando loro delle tonalità più chiare che contrastano apertamente con i rallentamenti ritmici che rimangono molto plumbei. Questo scontro rimarrà alla base del sound dei ragazzi praticamente fino ai giorni nostri e formerà un binomio essenziale ed inscindibile con l’immaginario lirico e visivo di carattere guerresco che la band ha fortemente voluto. Questo è uno dei motivi per il quale possiamo considerare “War Master” un grandissimo lavoro di death metal. L’altro motivo, ben più ovvio è la qualità del songwriting, che a dire il vero ha sempre contraddistinto tutti i lavori di Gavin Ward e soci. I dieci brani qui contenuti non si differenziano in modo particolare tra di loro, ma questa è l’unica pecca che si possa trovare, in quanto la qualità di ognuno di essi è elevatissima. Si tratta in definitiva di un death metal ancora non del tutto scevro da elementi thrash, presenti soprattutto nei solismi chitarristici che rimandano vagamente agli Slayer. Le canzoni vivono sull’alternanza ritmica che passa dai segmenti in blast beat di “What Dwells Within” ed arriva ai limiti del doom in alcuni frangenti di “Unleashed… (Upon Mankind)” o della famosissima e splendida “Cenotaph”. Non vi è molto da aggiungere, i Bolt Thrower sono e saranno sempre questi: poca fantasia, pochissima innovazione ma una carica espressiva travolgente ed una capacità di sapersi continuamente migliorare senza mai vivere sugli allori, cosa che ha contribuito a proiettarli in maniera definitiva nell’olimpo del death metal. E tutto questo grazie anche a quella piccola grande perla che risponde al nome di “War Master”.