7.5
- Band: BØLZER
- Durata: 00:29:25
- Disponibile dal: 15/11/2019
- Etichetta:
- Lightning & Sons
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Il rapporto tra KzR e HzR è saldo e duraturo: lo conferma l’avvio della loro etichetta, Lightning & Sons, così come il materiale contenuto in questo “Lese Majesty”, prima uscita della neonata casa discografica. Sono trascorsi tre anni dalla pubblicazione del debut album “Hero” e il duo svizzero decide di riaffacciarsi sul mercato con un EP, formato prediletto nei primi anni di carriera che viene ora prontamente riesumato per lanciare l’ennesimo segnale forte in una carriera da sempre all’insegna della più pura effervescenza creativa.
Diciamo subito che i fan di lunga data della formazione possono stare tranquilli: i Bolzer proseguono nella loro sghemba ma decisa traiettoria, quella intrapresa anni fa con i suddetti EP e poi con “Hero”, senza guardarsi indietro. Il loro concetto di black-death metal è sempre peculiare, ma raramente è stato così immediato. Alla base di queste nuove canzoni vi sono infatti un’armonia e una disinvoltura che risultano assolutamente coerenti con il percorso avviato dal gruppo. Ad ogni appuntamento in studio, KzR e HzR sono riusciti ad esprimere maggiore maturità e una costante crescita tecnico-esecutiva: “Lese Majesty” non fa eccezione, presentandoci un KzR mai tanto a suo agio con il cantato pulito e un HzR ai massimi livelli di varietà ed energia dietro ai tamburi. Naturalmente, c’è sempre anche il particolare lavoro di chitarra, ingegnoso nei riff e nelle melodie, a ribadire ancora una volta la sua predilezione per l’intreccio tra tradizione e avanguardia. Difficile dedurre da dove KzR tragga esattamente ispirazione per concepire trame così singolari, che spesso risultano taglienti, groovy e melodiche allo stesso tempo, ma resta il fatto che quando l’imponente frontman imbraccia la chitarra e canta, il suono Bolzer è subito lampante. La band si conferma dunque tanto riconoscibile quanto ispirata, come d’altronde si può evincere dall’ascolto della trionfale opener “A Shepherd in Wolven Skin”, traccia che, riprendendo il discorso iniziato con “Hero”, segue un iter tutto sommato lineare nell’alternare impeto e misura, ma che, grazie alla rinnovata verve degli interpreti, sa apparire pungente anche laddove sembra presentarsi come riflessiva. Una formula rintracciabile anche negli altri brani dell’opera, fra i quali spicca la lunga suite “Ave Fluvius! Danu Be Praised”, concentrato di tutto ciò che è Bolzer in cui il duo rivela la propria profondità in un lento ma irreversibile circolo virtuoso.
“Lese Majesty”, a conti fatti, non denota chissà quali cambiamenti sul fronte stilistico per il gruppo elvetico, ma la consueta personalità in dote ai musicisti e un songwriting solido lo rendono un nuovo attestato di unicità di questa band, capace di risultare originale anche quando solo intenta a rifinire quanto fatto in precedenza.