7.5
- Band: BONDED
- Durata: 00:43:35
- Disponibile dal: 17/01/2020
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Tu ci sbatti fuori dalla porta? E noi rientriamo dalla finestra! Dopo il siluramento dai Sodom, avvenuto esattamente due anni fa per mano del loro ex capo Tom Angelripper, Bernd Kost e Markus Freiwald, comunemente noti come Bernemann e Makka, hanno deciso di risollevare l’ascia di guerra metallica e riprendere da dove avevano lasciato; macinando thrash dal primo all’ultimo riff, dalla prima all’ultima rullata. E lo hanno fatto con una creatura nuova di zecca, nata nell’Aprile dello scorso anno e che, dopo aver sottoscritto un contratto con la Century Media, è immediatamente entrata in studio per dar vita al personalissimo debutto discografico. Loro sono i Bonded, questo è “Rest In Violence” e, anche se il 2020 è appena iniziato, si pone di diritto tra gli album più interessanti del genere: un agglomerato di thrash vecchio stile condito da modulazioni più moderne, a conferma di come Bernd, in primis, e lo stesso Markus non erano solamente degli umili servitori di Onkel Tom, tutt’altro. Le linee imbastite dal chitarrista di Dortmund suggellano un lavoro compatto, duro, micidiale ma anche melodico e ricco di groovy. Insomma, se il loro canto del cigno coi Sodom (“Decision Day”) vi era garbato, “Rest In Violence” vi farà sobbalzare dalla sedia. Troverete quei tocchi indissolubili che hanno scritto la storia del thrash, dalla costa più occidentale degli Stati Uniti sino, ovviamente, alle violente sferzate esplose dalla terra della Ruhr; il tutto comunque con un’intenzione più fresca e propositiva. Ma i Bonded, sia ben chiaro, non sono solamente la band degli ex compagni di Mr. Angelripper: ad accompagnarli in questa nuova avventura, abbiamo Chris Tsitsis, già chitarrista dei Suicidal Angels, Marc Hauschild al basso e Ingo Bajonczak dietro al microfono – un ruolo, quello di Ingo, tutt’ora ricoperto anche negli Assassin dove, curiosamente, milita pure un certo Frank Blackfire.
Si scriveva qualche riga sopra delle diverse sfaccettature thrash proposte dai Bonded: l’opener “Godgiven”, in questo senso, ne è l’esempio più calzante. Passato e presente si mischiano egregiamente sotto tutti i punti di vista: dal ritmo ai riff, dal refrain sino alle strutture vocali impostate dallo stesso Bajonczak. E anche quando la macchina teutonica innesta la sesta marcia cingolata made in Sodom, come in “Suit Murderer”, la verve compositiva di Bernemann e compagni donano al brano una dose ancor più letale di adrenalina. Solo una miccia a confronto della titletrack, violenta, dannatamente in your face in cui, per l’occasione, vengono chiamati in causa nelle vesti di super special guest ‘sua elettricità’ Bobby Blitz Ellsworth e Christian “Speesy” Giesler, ex bassista dei Kreator; così, tanto per gradire. Dopo tre badilate al fulmicotone, i ritmi si assestano con “Je Suis Charlie” dove si denota una delle pochissime pecche dell’intero full-length: il songwriting, infatti, non spicca sempre di originalità e in alcuni casi risulta sin troppo ridondante. Ci pensa la maligna “The Rattle & The Snake” a rimettere in corsa il treno dei Bonded confezionando un pezzo di sicuro impatto in cui è proprio la sei corde di Kost una delle assolute protagoniste; brano che, crediamo, troverà certamente spazio in sede live. Altro giro, altro regalo: con “No Cure For Life” entrano in gioco toni più pomposi, l’ugola di Ingo si sforza di dare il meglio di sé ottenendo un risultato più che soddisfacente. Tralasciando la debole “Where Silence Reverberates”, i Bonded rialzano notevolmente il tiro con “Galaxy M87” dove il thrash di annata incontra quelle melodie tanto care alla band di Mille Petrozza; non male. E se “Arrival”, per tutti e quattro i minuti previsti, porta con sé il timbro sovrano firmato Sodom, “Rest In Violence” chiude i battenti con l’introspettiva “The Outer Rim”: una prima parte acustica e più cadenzata, contraddistinta dalla voce pulita di Bajonczak, lascia quindi il posto ad una ripartenza fulminea prima di tornare ai canoni iniziali.
Cosa aggiungere? Per i fan del thrash tedesco il 2020 si preannunciava come l’anno definitivo dei Sodom, marchiato da un nuovo album oltre che alle celebrazioni speciali per lo storico “Agent Orange”. Al momento, la risposta è arrivata tremenda da quei due che, senza batter ciglio, hanno proseguito lungo la loro strada. Bentornati Bernemann e Makka; benvenuti Bonded.