8.0
- Band: BONE SICKNESS
- Durata: 00:18:04
- Disponibile dal: 29/04/2013
- Etichetta:
- 20 Buck Spin
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Tutto, ma proprio tutto nei Bone Sickness trasuda passione ed ignoranza, voglia di vecchia scuola e ricerca sonora pari allo zero assoluto. Ma non è forse questo quello che il death metal si proponeva di essere all’inizio della sua parabola? Non è forse il non volere scendere a compromessi con nessuno, evitare qualsiasi passaggio anche solamente vicino alla melodia, non è oscurità, putridume, violenza? Se è questo che cercate, allora i Bone Sickness sono la band che fa per voi. Basta guardare le influenze che loro stessi indicano per capire di cosa stiamo parlando: Repulsion, Master, Impetigo, Autopsy, Discharge e molti altri, tutti perfettamente ascrivibili all’interno della proposta dei Nostri, insieme agli Incantation e ai più recenti Acephalix e Undergang. “Alone In The Grave” è il secondo EP della band di Washington e rappresenta la prima uscita di un certo peso da parte dei ragazzi. Introdotto da una splendida copertina in bianco e nero, il 12” si apre con “Submit To Decay”, dalla partenza lenta e poderosa che sfocia poi in un up tempo terremotante dove il death si mischia al grind e in cui il drummer Mitch mette in mostra una fantasia esecutiva notevole. L’ignoranza qui è ai massimi livelli, il sound – tutt’altro che perfetto – contribuisce a creare un’atmosfera tritaossa che non fa prigionieri ed inoltre i Nostri si permettono il lusso di sciorinare alcuni solos chitarristici che farebbero invidia agli Autopsy più beceri. “Stange Obsession” segue lo stesso canovaccio, appesa anch’essa tra death e grind, in un’orgia nella quale Napalm Death, Acephalix e Repulsion si uniscono senza soluzione di continuità. Si continua così fino alla title track, dove i Nostri rallentano i ritmi in maniera paurosa, creando un mastodonte che si muove tra down e mid tempo, con una breve sfuriata all’altezza dell’assolo. E’ però solo un breve attimo di pausa, dato che i brani posti in chiusura riprendono l’assalto all’arma bianca che ha caratterizzato tutto il lavoro. Sette brani, venti minuti di musica esaltante, sanguigna, vera, palpabile, truculenta. Al giorno d’oggi davvero non si potrebbe chiedere niente di meglio. Tenete d’occhio questi Bone Sickness perché rischiano di diventare la band di punta dell’underground death grind!