7.5
- Band: BONFIRE
- Durata: 00:53:05
- Disponibile dal: 03/04/2020
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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E’ tempo di rimettersi in gioco per i Bonfire, autentici condottieri dell’hard rock made in Germany! La storica band teutonica ha segnato la via per quanto riguarda un certo modo di suonare e interpretare questo genere e anche se gli anni passano, è riuscita a reinventarsi con un sound che si è fatto più al passo coi tempi grazie anche ad una line-up rinnovata e determinata. L’ultima novità in questo senso è l’ingresso dell’esperto batterista André Hilgers già visto in passato con formazioni come Rage, Axxis, Sinner e Silent Force.
Il gruppo di Ingolstadt, città bavarese, è sempre una sicurezza in termini di dedizione e qualità ed il nuovo “Fistful Of Fire” non delude le aspettative; senza aver la pretesa di riscrivere la storia ma con l’obiettivo ben fisso in testa di continuare un percorso iniziato da qualche anno con il riuscitissimo “Temple Of Lies” del 2018, il quintetto tedesco sembra non voler proprio cedere all’avanzare del tempo. La formazione si mostra coesa e grazie anche ad un’altra convincente performance del vocalist Alexx Stahl, non si può che alzare il volume e lasciarsi trasportare dal power hard rock dei nuovi Bonfire.
Con un approccio deciso e compatto, questo full-length riesce a fare breccia già a partire dall’opener “Gotta Get Away” che ci accompagna su sonorità ottantiane più raffinate e con la più classica ed energica “The Devil Made Me Do It”. Le grandiosi melodie che hanno sempre accompagnato la carriera dei Bonfire, tanto da farne un marchio di fabbrica, oggi più che mai sono accompagnate da riff potenti e da una produzione pomposa ed avvolgente. L’impatto di Hans Ziller (chitarrista e leader della band) e soci è come un fiume in piena e affonda con le grintose “Ride The Blade” e “Breaking Out”, fantastici esempi di hard’n’heavy melodico e cazzuto al punto giusto. La bonjoviana “Warrior” somiglia ad un mezzo passo falso ma per fortuna è solo un episodio isolato all’interno della tracklist. La power ballad “When An Old Man Cries” mette tutti d’accordo ed è davvero impresa ardua restare indifferenti di fronte alla prepotenza sonora di “Gloryland”, power song dai ritmi sostenuti e dalle venature fortemente melodiche che ha il compito di chiudere il disco. E se il singolo “Rock’n’Roll Survivors” potrà apparire per qualcuno fin troppo pacchiano, siamo certi che molti altri rocker purosangue sapranno esaltarsi durante il refrain di questo adrenalinico inno anthemico.
Divertimento assicurato con i Bonfire, band sempre sul pezzo che anche stavolta non si fa distrarre e sferra con autorevolezza un nuovo colpo da KO tecnico.