7.0
- Band: BONFIRE
- Durata: 00:46:57
- Disponibile dal: 24/01/2025
- Etichetta:
- Frontiers
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I Bonfire sono un porto sicuro: quando si necessita di una buona dose di sano e possente hard rock ci si può affidare senza alcun indugio alla band tedesca.
Non serve andare troppo indietro nel tempo per averne conferma, visto che anche le ultime release dello storico act teutonico (fondato addirittura nel 1972 sotto il moniker Cacumen, ma che ha trovato il massimo splendore nel finire degli anni Ottanta con dischi come “Fireworks”) sono state di buon livello – parliamo ad esempio di “Temple Of Lies” e “Fistful Of Fire”, due dischi grintosi e melodici con pochissimi difetti. E questo nuovo “Higher Ground”, oltre a segnare la firma con la nostrana Frontiers, dopo diversi anni di collaborazione con la tedesca AFM, si conferma lavoro gradevole.
Pochi fronzoli e neppure troppe differenze rispetto alle precedenti release, se non forse un tocco maggiormente moderno ad accompagnare una tracklist probabilmente meno rockeggiante, nel senso più classico del termine: i riferimenti alle sonorità ottantiane sono meno presenti, per lasciar spazio ad un impatto sonoro maggiormente contemporaneo, sia nella produzione che nell’approccio.
Ed infatti dopo una breve intro strumentale, l’ascolto si divide tra brani più grintosi come “I Will Rise”, con il suo bel impatto, perfetto da far detonare subito in partenza, e parentesi più melodiche e canticchiabili come “Higher Ground”.
In effetti un pezzo come “I Died Tonight”, che ha certamente il pregio di colpire fin da subito con la sua attitudine ruffiana, sembra più diretto verso sonorità nordiche, tipiche della scena melodic rock svedese attuale (Eclipse, One Desire) che del ruvido hard rock teutonico, mentre, di contrappunto, un paio di pezzi più orientati verso sonorità heavy-power, come la vigorosa “Lost All Control” e “Jealousy”, corrono veloci supportati da una notevole energia.
La ballata “When Love Comes Down” funziona, forse più grazie all’esperienza nel comporre un brano abbastanza canonico che per l’ispirazione in sè; e, dopo la più classica “Fallin’” e le atmosfere più cupe di “Come Hell Or High Water”, anche “Spinnin’ In The Black”, in grado di farsi riconoscere come uno dei pezzi di maggior pregio durante l’ascolto, mette in luce un riff di chitarra davvero portentoso, che esce dai classici binari hard rock.
Negli anni i Bonfire hanno saputo crescere ed adeguarsi alla scena attuale e questo lavoro ne è una dimostrazione ancora maggiore rispetto al passato, grazie anche, come si diceva, ad una produzione possente, capace di donare vigore ad ogni strumento consentendo un ascolto ricco di carica ed adrenalina: “Higher Ground” è risulta quindi un disco valido, massiccio, forse solamente un pochino meno ispirato rispetto ai suoi predecessori.