BONGZILLA – Dab City

Pubblicato il 29/05/2023 da
voto
7.0
  • Band: BONGZILLA
  • Durata: 00:56:45
  • Disponibile dal: 02/06/2023
  • Etichetta:
  • Heavy Psych Sounds

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Ci sono band che sanno sempre sorprendere, band che fanno il loro compitino, non stupiscono ma portano a casa il risultato, e poi quelle strane creature ibride che, pur suonando la stessa canzone da quasi trent’anni, riescono a pescare qualche passaggio nuovo e donare sorrisi sparsi durante l’ascolto. Ed è inutile sottolineare a quale categoria appartengano i Bongzilla.
Giunto al secondo album post reunion il trio di Madison non cambia minimamente direzione, nemmeno in termini lirici: “Dab City” è un’ode alle più pure forme di THC a all’amata città natale della band, chiamata anche la “Città Folle” (Madison, alias “Mad”, appunto). C’è qualcosa da aggiungere? Ci sembra di no, e così ecco sette cavalcate, – anzi, cammellate – date le ritmiche all’insegna di fuzz, riff circolari, fango fino alle ginocchia e stati allucinatori.
Con la consapevolezza dei prime mover, pur in quadro omogeneo e costante, i Bongzilla riescono a mettere in campo sia brani più psicotropi e rallentati che pezzi più incalzanti: appartengono non a caso al primo gruppo i pezzi più lunghi, che superano nettamente i dieci minuti di durata e la soglia del trip: parliamo della title-track e di “Cannonbong (The Ballad of Burnt Renyolds as lamented by Dixie Dave Collins)”, di cui è impossibile non riportare per intero l’esilarante titolo, che ci fa scommettere anche sulla presenza del vecchio amico e leader dei Weedeater iall’interno9 questo brano malato e decadente, guidato da una cupa linea vocale declamata. Tra questi due mastodonti, “King Of Weed” è più possente e sabbathiana grazie a un riff super ciccione, accompagnato a ritmiche rallentate e a squarci vocali da mente disturbata – che ovviamente apprezziamo. Non mancano nel seguito altri spunti meno ‘banali’ rispetto al costante sound della band; interessante fin dal titolo “Diamonds And Flower”, e anche se dubitiamo sinceramente che Muleboy & co. conoscano e abbiano voluto omaggiare De André, l’afrore di letame e disagio che emana questo pezzo rallentato e mefitico colpisce nel segno. Mentre il finale è affidato ad “American Pot”, lungo e intrigante strumentale dall’approccio più space e desertico, ma del resto i tre non sono nuovi a cessioni in ambito stoner.
Certo, come già rilevato in sede di recensione del precedente “Weedsconsin” e sottolineato in apertura, manca forse il guizzo in più. Ma per una sessione di bong con marciume in sottofondo, i Bongzilla funzionano sempre.

TRACKLIST

  1. Dab City
  2. KIng Of Weed
  3. Cannonbong (The Ballad Of Burnt Reynolds As Lamented By Dixie Dave Collins)
  4. C.A.R.T.S.
  5. Hippie Stick
  6. Diamonds And Flower
  7. American Pot
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