7.0
- Band: BORIS
- Durata: 41:14
- Disponibile dal: 24/05/2011
- Etichetta:
- Sargent House
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Capitolo numero uno di questo doppio ritorno al full-length del portentoso trio nipponico, dopo il favoloso e monolitico “Smile” del 2008. Siccome parliamo dei Boris, sapete già cosa aspettarvi: l’inaspettabile, ovviamente. Wata, Takeshi e Atsuo in quindici anni di carriera hanno eretto un vero monumento alla libertà di espressione, alla ricerca musicale più coraggiosa, e all’imprevidbilità sonica più spiazzante, licenziando album – per quanto a tratti tremendamente ostici – tutti pur sempre di qualità elevatissima, molto eterogenei e addirttirua spesso appartenenti a mondi del tutto opposti. Dal doom metal, passando per lo sludge, al drone/ambient, al noise, allo space rock, alla psichedelia, allo stoner fino ad arrivare al semplice hard rock, i Boris le hanno veramente provate tutte, eccellendo in ogni loro singola avventura e dimostrando una versatilità che veramente poche band possono vantare. Collaborare sia con Merzbow e i Sunn O))) che con Ian Astubry dei Cult sono situazioni che necessitano una plasticità incredibile e i Boris sembrano essere riusciti a fare tutte e tre le cose con naturalezza estrema. “Attention Please” continua questo trend e ci mostra il trio del Sol Levante di nuovo intento a sperimentare e provare cose nuove, con una fiducia e una sicurezza come al solito stupefacenti. Il disco in questione à probabilmente l’uscita più “pop” e melodica che la band abbia mai licenziato, e ci riconsegna i Boris di nuovo impegnati a battere sentieri più rock come avvenuto negli ultimi anni, invece che dediti a sfondarci i timpani con il loro ben più conosciuto tsunami di doom e sludge metal di inizio e metà carriera. La vena più pop e melodica dei Boris, che aveva fatto capolino più del solito sia in “Smile” che nel recente “BXI” con Astbury, in “Attention Please” ottiene pieno compimento e trova sublimazione totale, grazie soprattutto alle voci suadenti e sospiranti della chitarrista Wata (stavolta unica voce per l’intera durata del disco), e grazie alle costanti e sempre più presenti linee di synth e tastiera, che si spartiscono quasi la metà del lavoro con le chitarre per la creazione del suono di questo disco onirico, suadente e tremendamente sognante. Il risultato è un “innocuo” e placido vento di synt pop, psychedelic rock di stampo prettamente seventies, e new wave fluidificata e imbottita di watt. “Attention Please” in definitiva è un lavoro veramente ben assemblato che ribadisce ancora una volta le capacità veramente fuori dal comune di una band dalla gittata balistica lunghissima che è sempre più sulla cresta dell’onda e sempre, costantemente del tutto imprevedibile. Nonostante il buon lavoro fatto, li preferiamo pur sempre con gli amplificatori squagliati, cosa che qua, nonostante la serietà compositiva e musicale messa in atto sia come sempre totale, non succede quasi per niente.