BORIS – Präparat

Pubblicato il 27/05/2013 da
voto
6.5
  • Band: BORIS
  • Durata: 00:40:39
  • Disponibile dal: 06/03/2013
  • Etichetta:
  • Daymare Recordings

Spotify:

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Sono come le stagioni, i Boris: cambiano sempre, anche con imprevedibilità, ma sempre arrivano, inesorabili quasi, portando a volte tempesta e pestilenza, a volte luce, brezze e colori. A volte entrambe le cose…  Senza tanti clamori o il supporto di una label mondiale (niente Southern Lord o Sargent House, stavolta) il “trio allargato” giapponese stavolta ha pubblicato quasi completamente in sordina un nuovo full-length soltanto in vinile limitato, e disponibile solo sul mercato del Sol Levante tramite la nipponica Daymare Records (per cui i fan italiani dovranno fare uno sforzo maggiore del solito per procurarselo), etichetta che in passato ha sempre pubblicato le edizioni limitate dei lavori di Wata e soci solo per i fan della loro madre patria, appunto. “Präparat” è dunque un disco dal carattere molto intimo e raccolto ed ha un taglio altamente sperimentale e improvvisazionale. Il mastering è chiaramente pensato per il giradischi e per l’ascolto in cuffia tramite gli ampli valvolari, e il feel del disco è chiaramente molto vintage e classico, quasi fosse un lavoro di psych rock sperimentale d’altri tempi.E’ necessario alzare il volume per sprigionarne la piena potenza, ma  una volta effettuata questa operazione i watt inondano tutto e ci sommergono in un mare di feedback tempestoso e irruento. Simile agli ultimi tre lavori simultanei (“Attention Please”, “Heavy Rocks” e “New Album”, tutti del 2011) per la sua sensibilità dream pop e shoegaze, “Präparat” riporta però anche in auge, nel sound dei nipponici, quell’incontenibile acidità psych che permeava lavori quali “Feedbacker”, “Cloud Chamber” e “Dronevil”, quando i Boris raggiunsero picchi di astrazione tombali e finirono poi anche per unire le forze in più occasioni con Merzbow e con Michio Kurihara (divenuto poi membro semi-permanente della band). “Präparat” in questo senso ci offre tanti piccoli assaggi di acidità psych e space rock arroventato che ci mostrano la band come sospesa in una sorta di ipnosi improvvisazionale e intenta a iniziare mille discorsi heavy-psichedelici differenti per poi non finirne (quasi) mai uno. In questo loro sciame di impulsi free-form la band ricorda non poco i Melvins di “Honky”, di “Electroretard”, o della loro collaborazione con Lustmord, ovvero sembrano dediti ad una sorta di maieutica compositiva che ha lo scopo di “liberare” le loro menti, svuotandole di riff e di idee regresse o rimaste inespresse, piuttosto che “riempirle” di nozioni compositive nuove, cosa che accade quando si scrive un album vero e proprio, ragionato, studiato a tavolino ed eseguito in maniera formale e programmatica. “Präparat” sembra non avere alcuno di questi aspetti insito nella sua natura musicale, e appare un lavoro molto istintuale e libero dal gioco dell’estetica del prodotto da vendere, e completamente privo di elementi accomodanti dell’ascolto e della fruizione lineare. Il suo astrattismo è elevato, e durante l’ascolto è anche necessario “subire” lo sberleffo di sentire dei riff memorabili  degni della più alta scuola dello sludge-doom (di cui i Nostri sono praticamente dei veterani, ormai) interrompersi all’improvviso proprio sul più bello, o dei passaggi space rock incredibilmente avvolgenti non esplodere mai per via della qualità audio sotto la norma. “Präparat” appare insomma senz’altro un lavoro orientato ai fan della band, che ancora una volta potranno assistere ai deliri espressivi di una delle band più libere, prolifiche e artisticamente più indipendenti che il doom metal moderno abbia mai visto, ma poco adatto a chi ha poca familiarità con il combo nipponico, per via di un ermetismo e di un’autoreferenzialità nel lavoro che lo rende a tratti ostico ed anche poco sensato all’orecchio più casuale e distratto.

TRACKLIST

  1. December
  2. Elegy
  3. Monologue
  4. Method of Error
  5. Bataille Sucre
  6. Perforated Line
  7. Castel in the Air
  8. Mirano
  9. Canvas
  10. Maeve
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