BORKNAGAR – Borknagar

Pubblicato il 01/03/1996 da
voto
7.5
  • Band: BORKNAGAR
  • Durata: 00:44:14
  • Disponibile dal: 01/03/1996
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Self

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Bisogna riconoscere il merito e ringraziare la tedesca Century Media (che ovviamente non ha partorito quest’iniziativa per opera caritatevole) per aver salvato numerosi ottimi album della metà degli anni ’90 del black metal grazie alla ‘collana’ Century Black, che ha riedito numerosi gioielli un tempo, stampati originariamente per piccole case discografiche indipendenti dalla ristretta distribuzione, offrendoli ad un pubblico più vasto. Gli esordi dei norvegesi Borknagar iniziano nel ’96 con l’uscita dell’album omonimo (ristampato nel ’99). Il bello di questa favola (ma al contempo realtà) è che la band sin dal primo riff di chitarra del primo album ha saputo crearsi e rendere indelebile il proprio marchio di fabbrica. I Borknagar sono sempre gli stessi sin dagli esordi e si son subito dimostrati una band dal calibro invidiabile. All’inizio la cosa che faceva più paura era la natura della line up: bisognava considerare il gruppo come un progetto di noti personaggi della scena black metal o una vera e propria band a tutti gli effetti? Alla fine tutti i dubbi sono svaniti e i Borknagar, seppur con importanti cambiamenti nella line up, si sono dimostrati una band decisa e dominata dalla forte personalità del suo chitarrista fondatore Øystein Garnes Brun. Cosa salta subito in primo piano ascoltando il bel debutto? L’inconfondibile stile del chitarrista, un personaggio che ha gettato quacosa di più di una boccata fresca nella musica metal estrema, anche se nessuno è riuscito ancora a raccoglierne l’eredità. Il piacere di questo cd è ascoltare la classe e soprattutto la genialità di un chitarrista simile: i suoi riff più propriamente black metal giocano su tonalità diverse da quelle tradizionali, c’è sempre un sottile filo epico che collega tutti i vari riff, epici e maestosi senza essere ridondanti come spesso accadeva ai Mithotyn (giusto per fare un paragone). Nella formazione di questo debut non può essere taciuta la partecipazione di colonne della scena norvegese come Infernus dei Gorgoroth, Grim (batterista degli Immortal nel periodo di “Pure Holocaust”), Garm (voce e spirito degli Ulver) e Ivar degli Enslaved. L’amalgama di questi veri fenomeni si rivela decisiva e vincente e questo debut, anche a distanza di anni, continua ad essere affascinante come una scoperta appena inventata. “Borknagar” fa salpare dai fiordi innnevati una melodia pregna del sapore antico delle terre nordiche dove è stata custodita con gelosia per lunghi secoli. La forza dell’opener “Vintervredets Sjelesagn” consiste tutta nell’abilità della band ad alternare sfuriate epiche black metal, caratterizzate da riff mozzafiato, a rallentamenti in cui Garm può far valere tutto il suo vocione e Brun può tessere con la sua chitarra assoli monumentali in cui scorre solo misticismo. L’album presenta due intermezzi molto suggestivi come le due versioni di “Tanker Mot Tind” (parte strumentale molto epica fatta con le tastiere) e soprattutto “Ved Steingard” e “Nord Naagauk” in cui il buon Brun dimostra ancora una volta come si suoni lo strumento a sei corde: un assolo chitarristico in cui su una base acustica molto stridula si erge una chitarra elettrica ispirata e dal suono molto caldo. La vera alchimia di questo piccolo gioiello è la capacità di sembrare sempre più interessante: man mano che scorrono gli ascolti e anche l’iniziale diffidenza (per coloro i quali non sono abituati alla rozzezza delle produzioni black metal) con il tempo viene dimenticato il motivo per cui canzoni come “Dauden” hanno la forza dirompente di coinvolgere anche i cuori di ghiaccio. Che Garm fosse un cantante insuperabile o quasi con il tempo lo hanno capito in molti, ma forse i Borknagar sono riusciti ad inserire il suo inconfondibile cantato nel contesto più adatto cui si potesse pensare. Ovviamente Garm, da parte sua, è stato un valore aggiunto della band non indifferente. Tutti i brani hanno una caratura maggiore rispetto alla norma anche se permangono momenti selvaggi e quasi confusionari; soprattutto, nella struttura della canzoni la band deve ancora crescere e alcuni stacchi non sono proprio riusciti ottimamente, ma da un gruppo debuttante sarebbe chiedere troppo essere perfetti. Come dire: la nascita di una nuova stella. Piace il pensiero inciso sul libretto del cd, un pensiero tutto sommato rispettato dalla band durante gli anni: i Borknagar sono una band ispirata dall’antico passato, un passato in cui l’uomo doveva imparare ancora molto, imparare a rispettare e temere la natura per poter sopravvivere. Un monito che dovrebbe essere tenuto in considerazione da tutti.

TRACKLIST

  1. Vintervredets Sjelesagn
  2. Tanker mot Tind (Kvelding)
  3. Svartskogs Gilde
  4. Ved Steingard
  5. Krigsstev
  6. Dauden
  7. Grimskalle Trell
  8. Nord Naagauk
  9. Fandens Allheim
  10. Tanker mot Tind (Gryning)
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