8.0
- Band: BORKNAGAR
- Durata: 00:56:57
- Disponibile dal: 22/01/2016
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Ormai quattro anni fa l’uscita dell’album intitolato “Urd”, un richiamo esplicito alla mitologia nordica, aveva fatto sperare più di un fan in un ritorno al passato da parte dei norvegesi Borknagar. Ma non fu così, perché il contenuto di quella release non aveva tanti rimandi ai gloriosi primi giorni di questa band, da sempre e comunque una delle più amate in circolazione da chi ha adorato il sound norvegese della musica estrema. Adesso arriva un secondo, ancor più esplicito segnale dalla band guidata da Brun. Sarà questa la volta buona per un ritorno al passato? Non proprio, ma qualcosa nei Borknagar si sta insinuando. Si percepisce la voglia di ritornare a certe sonorità, ma d’altro canto non si può tornare indietro e ‘rinnegare’ tutte le sperimentazioni fatte in quest’ultimo decennio ed ecco allora il nuovo “Winter Thrice”, il primo album che in modo equilibrato ci fa ascoltare le due anime esistenti nel cuore dei Borknagar. Il risultato? Finalmente appagante per i fan di vecchia data. Abbiamo finalmente il giusto compromesso tra il vecchio ed il nuovo. E davvero non poteva non essere così, perché il titolo “Winter Thrice” la dice davvero lunga sulla volontà della formazione di tornare indietro negli anni, a quel capolavoro assoluto ed indiscutibile di “The Olden Domain”. Ai vecchi fan queste paroline magiche, ‘winter thrice’, dicono sicuramente qualcosa: “Autumn-twice, Winter-thrice / River and Rock / A New Kingom rise / I close my eyes”. Uno dei momenti più alti mai toccati dai Borknagar nei venti, anzi ventuno, anni di carriera; una delle ultime frasi cantate in modo esemplare da Garm nella song conclusiva “The Dawn Of The End”. Ma c’è di più. Non a caso, in casa Borknagar ritorna Garm per cantare, guarda un po’, proprio sulla titletrack “Winter Thrice” e sul brano “Terminus”. Un puro caso? Fate voi. Ci sono dunque tutti i musicisti che hanno fatto la storia della band su questo album dal sapore un po’ celebrativo, e soprattutto ci sono i tre cantanti presenti tutti assieme. Scelta fatta, crediamo noi, anche per scatenare a livello mediatico la discussione planetaria su chi sia il migliore o il più adatto singer al sound dei Borknagar e su come andrebbero suddivisi i vari compiti all’interno della formazione. Per ora in linea di massima a Vintersorg spetta il cantato screaming, a ICS Vortex quello pulito, ma in più stavolta c’è anche Garm e si intromette pure il tastierista Lazare. Un bel grattacapo, che su questo lavoro viene gestito in maniera ottima. Consapevoli che non ascolteremo mai più un disco come il capolavoro prima citato e che lo stile non potrà tornare quello dei tempi perduti di “The Arcaic Course”, sul nuovo album però possiamo ascoltarne un riflesso già sul brano d’apertura “The Rhymes Of The Mountain”, mentre la titletrack non può non rimandare allo stile di “The Olden Domain”. Il ritorno al passato in effetti finalmente c’è, anche se calmierato dallo stile più progressive sviluppato in tutti questi anni dalla band. Ma ai fan vecchi e nuovi tutto questo basta e avanza, perché “Winter Thrice” dimostra la grandezza dei Borknagar. E se Brun qui solo accenna nel suo riffing elaborato allo stile emozionante dei primi anni ’90, allora davvero i Borknagar possono tornare sui gradini più alti della scena internazionale. Per quelli che invece amano questo gruppo esclusivamente per il suo ‘nuovo corso’… be’, “Winter Thrice” non sarà una delusione nemmeno per loro: brani come la tranquilla “Noctilucent” o la sperimentale “Panorama”, che sembra più un brano dei vecchi Solefald che non uno dei Borknagar a dir la verità, fanno capire benissimo che il gruppo non ha intenzione di abdicare la propria identità per un ritorno in toto al lontano passato. Il bello di “Winter Thrice” è che adesso finalmente la band ha trovato quell’equilibrio tra il vecchio e nuovo corso, un equilibrio magari cercato sin dai tempi di “Epic”, ma trovato solamente adesso. E da qui deve necessariamente nascere una terza era per questo gruppo: se il prossimo album seguirà le orme di “Winter Thrice” potrebbe diventare davvero qualcosa di fantastico. E pensare a ciò che i Borknagar potrebbero diventare a breve fa tornare in mente le loro stesse parole pronunciate su quel brano incredibile (presente su “The Archaic Course”) chiamato “Oceans Rise”: Hail! The dawn of a new era”.