8.0
- Band: BOTTOMLESS
- Durata: 00:42:02
- Disponibile dal: 25/08/2023
- Etichetta:
- Dying Victims Productions
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A due anni dall’omonimo debutto, i Bottomless tornano con un nuovo album. La band, sempre costituita dal cantante/chitarrista Giorgio Trombino, dalla bassista Sara Bianchin e dal batterista Davide Lucido, aveva già messo in chiaro come la propria musica fosse orientata al passato e “The Banishing” è una conferma della strada intrapresa, pur con qualche variazione rispetto all’opera prima.
Le radici, infatti, sono sempre saldamente legate a Black Sabbath (nella formazione di Ozzy quanto in quella del decennio successivo), Candlemass o Trouble, ma, accanto al doom più canonico, questa volta si va a pescare a piene mani dalla tradizione heavy metal/hard rock della fine degli anni ’70 e degli anni ’80, scandagliando in profondità le diverse sfumature che quel periodo poteva regalare. Un occhio di riguardo è riservato alla NWOBHM, scelta che sembra scontata quando si parla di queste sonorità, ma che, nel caso specifico, viene raffinata con perizia e ottima conoscenza della materia; in particolare, da lì arriva il lavoro della sei corde, con un riffing che si attesta su ritmi più sostenuti (sarebbe il caso di dire meno lenti) rispetto al passato, risultando, in questo modo, meno roboante e più elaborato, costantemente supportato da numerosi assolti dallo spiccato gusto melodico. Generalmente, l’approccio appare oscuro, in linea con testi che trattano argomenti come magia, sofferenza e morte; i suoni marcatamente vintage e una voce molto evocativa sono valorizzati dalla produzione analogica.
“Let Them Burn” apre le danze con un’atmosfera occulta che sa di antico e, sostenuto da una linea di chitarra di scuola Iommi, è probabilmente il brano più lineare, al contrario della lunga “Guardians Of Silence”, che parte acustica per poi esplodere in tutta la sua epicità; il ritornello più orecchiabile è quello della sobria “Stand In The Dimming Light”, in odore di Angel Witch, e, come nella migliore tradizione, non può mancare la ballata vera e propria, rappresentata dai tre struggenti minuti della folkeggiante “Drawn Into Yesterday”. Il grasso che cola dai riff della conclusiva “Dark Waters” è la naturale chiusura del cerchio. Perfettamente in linea con il contenuto anche l’immagine di copertina in stile Saint Vitus.
Con due dischi in un biennio, i Bottomless sembrano aver raggiunto una certa stabilità – e ciò non era scontato, considerando il numero dei progetti nei quali i tre protagonisti sono coinvolti – che ha portato ad un’ulteriore maturazione delle idee già espresse nell’apprezzato esordio. Ne consegue che “The Banishing” può essere visto come un disco fortemente e volutamente derivativo, sempre legato al doom, ma con uno sguardo rivolto a quelle sonorità precedenti che del doom stesso hanno costituito le basi, in un tuffo nel passato che farà la gioia di tutti i nostalgici di una delle epoche più gloriose che la nostra musica abbia mai vissuto.