BRÆ – Av Vålnader Bortom Allt

Pubblicato il 17/02/2023 da
voto
6.5
  • Band: BRÆ
  • Durata: 00:42:55
  • Disponibile dal: 22/02/2023
  • Etichetta:
  • Amor Fati Productions

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Siamo nel 2023 e ci sono ancora gruppi che vogliono – e ci riescono, con la complicità delle etichette – restare avvolti nel mistero senza svelare la vera identità dei membri e la loro provenienza geografica. Per il pubblico, in questo caso quello del black metal minimale, non dovrebbe cambiare più di tanto il non conoscere nazionalità e identità di una band, ma la scelta fa molto effetto ‘Anni Novanta’ evidentemente, motivo per cui non può che apparire un po’ anacronistica al giorno d’oggi. Dei Bræ qualcosa comunque lo sappiamo: “Av Vålnader Bortom Allt” non è l’esordio, ma il secondo LP di un duo composto da tali Swartadauþus e Déhá, due artisti attivi all’interno della scena internazionale, ma che al momento vogliono celare la loro identità. A guardare i titoli delle canzoni, si potrebbe restringere l’area geografica di provenienza dei Bræ alla Scandinavia. Ciò che più importa è il filo conduttore che lega il debutto “A Thousand Ways To End It All” del 2021: un filo nero, contorto e lacerato, pregno di un black metal atmosferico. La musica dei Bræ è estrema: per la maggior parte della release è il black metal a dominare, sorretto da spesse atmosfere, ma il tema dominante sembra essere la sofferenza. Rispetto al debutto, su questo nuovo LP, sembra esserci un po’ di dinamismo in più, ma il trademark è già ben codificato dal duo misterioso. Belli e per certi versi spiazzanti sono i passaggi dal black metal lento e disperato ad arpeggi di chitarra acustica che cambiano l’atmosfera con il passare dei minuti, fino a creare una sorta di sospensione tra quello che era ‘prima’ e quello che verrà dopo. Ognuno vivrà questi momenti (anzi, minuti) con uno stato d’animo diverso: come una liberazione dalla morsa soffocante del sound dei Bræ o come uno stato d’ansia in attesa di quale sarà la prossima, più violenta tortura sonora. La band non è la prima a creare un sorta di film dell’orrore con la propria musica, dove doom e black metal si avvinghiano e dove un cantato straziante raggela il fluido sonoro carico di echi, ma è anche vero che i gruppi aderenti a questa visione del black metal non ce ne sono poi tantissimi, almeno se li paragoniamo alle schiere infinite di ‘nipoti’ di Darkthrone e Burzum. Teniamo anche ben presente che l’opera è costituita da soli due brani che durano più di venti minuti ciascuno: ciò significa che la loro evoluzione a livello di struttura è minimale e dosata all’interno di un intervallo di tempo quasi infinito, cosa che aiuta la band a creare la propria manipolazione sonora e mentale nell’ascoltatore, che cade in un profondo torpore. Chi vuole entrare con mente e anima nell’oblio per cercare di carpire tutti i messaggi subliminali di questo lavoro, si accomodi pure: il rischio di non tornare più indietro è latente ma c’è.

TRACKLIST

  1. I Nattskrud Viska
  2. Efter Ålderdomens Tid
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