6.0
- Band: BRAINSORE
- Durata: 00:27:05
- Disponibile dal: 02/08/2024
- Etichetta:
- Time To Kill Records
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Quella dei Brainsore è una storia attualmente breve ma intensa: formatasi nel 2022, la band modenese death-grind è riuscita da subito a calcare palchi in lungo e in largo per buona parte del suolo italico senza alcuna pubblicazione all’attivo, complice una formazione evidentemente competitiva in sede live capitanata dall’ugola caustica di Federico Iulli, già in forze al colosso grindcore modenese Jesus Ain’t In Poland – band di assoluto valore per gli amanti di un certo modo d’intendere la musica estrema sì brutale, ma sempre intelligente e affatto scontata. I Brainsore sono riusciti dunque a farsi avanti dal punto di vista della presenza concertistica prima ancora di aver tagliato il traguardo che si accinge invece oggi a raggiungere con il proprio debutto “The Grip Of The Naked Mind”, pubblicato da Time To Kill Records.
Il disco si sviluppa su poco meno di mezz’ora in termini di minutaggio, per un totale di dodici tracce dalla durata generalmente contenuta, come la tradizione death-grind impone. Tuttavia, sebbene si tratti dunque di un ascolto relativamente breve, le difficoltà per lo scorrimento dei pezzi purtroppo non mancano. Nonostante una produzione generalmente adatta alla musica proposta e un’esecuzione abbastanza precisa – ma non impeccabile, soprattutto dal punto di vista chitarristico – l’avvicendarsi dei pezzi ci risulta generalmente non molto avvincente, laddove il riffing si presenta spesso poco ficcante e memorabile e il lavoro di batteria sembrerebbe semplicemente accompagnare quanto tracciato dalle linee di chitarra, senza tentare soluzioni proprie in termini di arrangiamento.
Alcuni episodi interessanti sono certamente presenti, come già testimoniato dal singolo “The Mangrove Diaries” e, soprattutto, dal sesto pezzo della tracklist, “The Amen Corner”, composizione ben riuscita in termini di struttura e arrangiamento, che può portare alla mente quanto fatto da band come Misery Index o Criminal Element. Tuttavia, i pezzi faticano in via generale a imporsi nella memoria anche in seguito a più ascolti, lasciando spesso l’impressione di una mancata fase di rifinitura e cesellamento per quanto riguarda arrangiamenti e strutture a supporto di un riffing non particolarmente brillante o originale: le parti di chitarra manifestano una certa affinità rispetto a quanto proposto per esempio dai Carcass di “Symphonies Of Sickness”, senza però possederne l’intrinseca bizzarria, lasciando di fatto alla voce il compito di esprimere sensazioni di straniamento e astrattezza su liriche inusuali ma violentemente serrate, perfettamente in linea con quanto precedentemente scritto e registrato da Iulli sui dischi dei già citati Jesus Ain’t In Poland.
L’impressione che ci lascia “The Grip Of The Naked Mind” è dunque quella riguardante un’opera forse incompiuta, di cui principale protagonista è il comparto lirico e che avrebbe probabilmente necessitato di ulteriori modifiche e migliorie per quanto riguarda la stesura generale dei pezzi prima di essere incisa. Siamo certi delle potenzialità dei Brainsore in ambito death-grind, laddove una maggior attenzione al dettaglio e alla rifinitura di scrittura ed esecuzione della propria musica non potrà che giovare a una band già avviata dal punto di vista della presenza sui palchi. Attendiamo fiduciosi.