voto
7.0
7.0
- Band: BRAINSTORM
- Durata: 00:43:28
- Disponibile dal: 25/01/2008
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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La storia dei Brainstorm fino a qualche anno fa si componeva di una serie di album di discreta fattura, ma poi uscì quel “Liquid Monster” che cambiò le carte in tavola. L’album in questione fu il vero salto di qualità che i fan si aspettavano, un mix di melodia e potenza che non lasciava più dubbi sul valore della heavy metal band tedesca. Oggi Torsten Ihlenfeld e compagni ritentano il colpo grosso con “Downburst”, un album dal quale ci si aspetta parecchio. In prima analisi appare abbastanza evidente che il disco precedente si piazzi ad un livello superiore rispetto al nuovo, questo grazie alla sua maggior completezza e ad un manipolo di pezzi più immediati. “Downburst” è infatti sì un bell’album, ma non colpisce dritto nel segno come il suo predecessore. Qui mancano ad esempio pezzi trainanti dello stesso livello della magnifica “All Those Words”. La band imposta il proprio songwriting principalmente su tempi medi, pezzi duri come marmo basati su ritmiche thrashy e quadrate e sulla solita prestazione stellare del cantante Andy B. Frank. Chi conosce la formazione saprà che quei brani che su disco possono apparire un tantino monolitici, dal vivo guadagnano parecchio in potenza ed impatto, questo grazie anche all’indiscussa professionalità dei componenti. Ebbene, “Downburst” pullula di brani di questo tipo come la granitica “Stained With Sin” o il singolo “Fire Walk With Me”. Quest’ultimo è il classico mid tempo scritto pensando alle esibizioni live: ritmica semplice, pesante e cori fatti per essere cantati. E, come detto, i mid tempo “corazzati” non finiscono certo qui e le massicce “How Do You Feel” e “Frozen” sono le migliori rappresentanti della categoria. Gli episodi più tirati non mancano, anche se, a parte la veloce opener “Falling Spiral Down”, non si tratta di bordate in doppia cassa continua ma di brani come “Protect Me From Myself” o “Surrounding Walls”, con al loro interno sia accelerazioni che momenti più cadenzati. “End In Sorrow” è invece l’unico brano lento del disco, convincente e con un ritornello molto immediato. Degli ottimi suoni rifiniscono questo lavoro che sicuramente piacerà a chi ha apprezzato le precedenti pubblicazioni della band; chi non li conosce magari dia prima un ascolto a “Liquid Monster”.