6.0
- Band: BRIAN HOWE
- Durata:
- Disponibile dal: 17/03/2003
- Etichetta:
- MTM
- Distributore: Frontiers
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Originariamente rilasciato nel 1997 sotto il titolo “Tangled In Blue” senza però mai trovare il canale giusto per arrivare nei negozi europei, questo “Touch” – che oggi esce per MTM – è la prima fatica di Brian Howe, storica voce di act quali Ted Nugent (per il capitolo di “Penetrator”) e, dal 1984 al 1994, Bad Company. Il livello del lavoro si assesta subito su standard qualitativamente piuttosto alti: la voce di Howe non è cambiata negli ultimi dieci anni, e lo scorrere del tempo non ha fatto altro che arricchire, in qualche modo, il calore di un artista che l’aor sembra averlo marchiato a fuoco tra le informazioni del proprio DNA. Già a partire dall’opener “I Remember” – un inizio piuttosto inusuale, visto che la canzone è una ballad dal sapore assai malinconico – la passionale vena rock di Howe viene a galla, proseguendo con gli ariosi cori di “Where’d She Come From” e “Touch”, titletrack il cui refrain contiene una linea melodica che resta impressa già dal primo ascolto, là dove “Tangled In Blue” è un’altra appassionata ballad che oscilla nel contrasto tra la sommessa parte strumentale e le potenti background vocals del chorus. L’album prosegue così, in un’atmosfera dolcissima e malinconica, con – per menzionare ancora alcuni pezzi – “How Does It Feel”, dal sapore rock decisamente più ‘sporco’, per poi tornare di nuovo al mood ‘portante’ del disco con “I Will Find A Way”. “Don’t Ask Me Why”, infine, insieme alla conclusiva “How It Could Have Been” (track non presente nella release originale del 1997), una easy-listening rock song semiacustica, costituiscono decisamente gli episodi migliori di questo lavoro che prosegue in maniera piuttosto evidente parte del discorso della Bad Company-era. In verità fin dalle prime battute si avvertono, in molti punti, tratti in comune con il Richard marx di “Repeat Offender”, o con le grandiose ballad dei Giant – cosa che probabilmente si deve all’influenza del produttore Terry Thomas (già con Bad Company, Giant e Richard Marx, appunto). Tuttavia – per fortuna! – la voce di Howe resta sempre e comunque il carattere principale di questo bel disco di aor/melodic rock che per tutti gliappassionati del genere sarà davvero un buon acquisto: le prime quattro tracce, in particolare, insieme alle due conclusive, regaleranno loro momenti davvero intensi… aspettiamo un nuovo lavoro, Mr. Howe!