BRIAN MCDONALD PROJECT – Voyage

Pubblicato il 26/06/2003 da
voto
8.0
  • Band: BRIAN MCDONALD PROJECT
  • Durata:
  • Disponibile dal: /05/2003
  • Etichetta:
  • Atenzia Records
  • Distributore: Frontiers
Streaming non ancora disponibile

Nella creazione dei grandi capolavori della musica rock la preparazione accademica in senso stretto fino ad oggi ha contato ben poco (leggasi studi classici o jazz, di solito svolti in conservatori e scuole prestigiose). Il limite di questo tipo di formazione è stato di solito individuato in una generale mancanza di idee che questi musicisti portano con sé, limitati nella creatività e nell’estro compositivo. Un discorso che ovviamente non ammette generalizzazioni, valido se il genere in questione è il rock e il metal in generale, che si muovono su una base armonica ristretta e su giri di accordi ben definiti; varia inevitabilmente a seconda del genere preso in esame. Cambia nel caso del progressive, dove la tavolozza sonora si allarga a dismisura, e cambia ancora nel caso di un genere, l’AOR, che alla ricerca strumentale deve affiancare una cura meticolosa per l’aspetto melodico, per una fruizione il più possibile “easy”. “Voyage” è un lavoro che riesce magistralmente in questo intento, essenziale e contenuto ad un primo ascolto, ma incredibilmente ricco di quegli arrangiamenti soffusi ed elaborati che chiamano in causa l’intera storia della popular music e della musica colta, il tutto in forma canzone. Un disco “totale”, partorito da un artista a tutto tondo (una prestigiosa carriera di pianista classico ed arrangiatore per orchestra), giunto al suo terzo episodio da solista, dopo “Desperate Business” del 1988 e “Wind It Up” del 2000. La proposta di questo polistrumentista (affiancato in alcuni brani dall’ex Winger Reb Beach) sfugge alle classiche catalogazioni a comparti stagni, tanti sono gli assi calati nella partita, dall’accompagnamento ritmico degli archi di “Where You Are, Where I Am” scippato al monumento “Sgt Pepper’s”, all’electric-ballad pianistica modello Kelly Livgren (Kansas), imbastardita da Mr. Beach con un solo nervoso su base fusion. L’opera di “contenimento” nella rock song “Phoenix Rising” ha del miracoloso, fra arrangiamenti dei fiati in stile Chicago e le costruzioni tastieristiche in stile musical tipiche degli Styx. Se la dolce “The Night You Said Goodbye” rientra nei canoni della classica AOR ballad, la successiva titletrack è un capolavoro assoluto in termini di complessità e di emozioni non trattenute, pomp rock esaltato da sovrapposizioni vocali, soli di violino (a cura del Mozart Force Ensemble) e keyboard-solo in stile Eddie Jobson (Zappa/UK), il tutto esposto nell’arco di 5 minuti. Le carezze acustiche di “Between Heaven And Heart” aprono all’episodio dal mood più oscuro del disco, quella “Normandy” (ispirata alle note vicende belliche) che prosegue su binari lenti, sottolineati da chitarre compresse dall’andamento vicino alla sabbathiana “Heaven And Hell”. Conclusione affidata a motivi ancestrali, tra cornamuse e zeppeliniane chitarre acustiche in Open D, per un brano che non avrebbe sfigurato nell’album Coverdale/Page del 1993. Piccoli highlight che non possono rendere giustizia alla bellezza disarmante di questo lavoro. Acquisto obbligato.

TRACKLIST

  1. Intimate
  2. Where You Are, Where I Am
  3. In The Shadows Of Angels
  4. Phoenix Rising
  5. The Night You Said Goodbye
  6. Voyage
  7. Patriot Dreams
  8. Out Of Time
  9. Between Heaven And Heart
  10. Normandy
  11. Legend
  12. In A World Made For You
  13. Unfinished Bridges
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