7.0
- Band: BRING ME THE HORIZON
- Durata: 00:36:16
- Disponibile dal: 04/01/2007
- Etichetta:
- Visible Noise
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Emo kids che suonano death metal. Questo è praticamente il primo pensiero che giunge alla mente mentre si ascolta “Count Your Blessings”, e, al contempo, si dà uno sguardo alle foto promozionali di questi ragazzini inglesi. Nati come gruppo screamo/metal-core nel marzo del 2004, i Bring Me The Horizon sono diventati un piccolo caso nella scena musicale locale, che li ha quasi immediatamente assurti a risposta britannica ai vari Underoath e Atreyu. Questo accadeva solo l’anno scorso, in occasione dell’arrivo nei negozi dell’EP di debutto “This Is What The Edge Of Your Seat Was Made For”. Oggi però le cose sembrano destinate a cambiare, perchè questi cinque ventenni, dopo aver venduto migliaia di copie del suddetto EP ed essere stati premiati dal noto magazine Kerrang come miglior band emergente, hanno deciso di dare un taglio al passato (ma non alla frangia!) e di indurire notevolmente il proprio sound, per la apparente disperazione di buona parte della loro giovanissima base di fan. Ecco così che i Bring Me The Horizon, nell’arco di qualche mese, diventano una sorta di death metal band: t-shirt di Necrophagist o Aborted orgogliosamente sfoggiate durante i concerti e una manciata di nuovi brani che presentano sì numerosi breakdown di stampo metal-core, ma che, più che altro, sono costruiti su riff ispirati a Carcass ed At The Gates. Il risultato al primo ascolto sorprende, ma l’impressione è comunque positiva. “Count Your Blessings”, dopo un po’ di fruizioni, si rivela infatti un lavoro abbastanza ben concepito… tecnico, aggressivo, sufficientemente vario (anche a livello vocale) e sempre piuttosto ispirato. C’è da dire che alcune melodie risultano un po’ troppo simili a quelle degli ultimi The Black Dahlia Murder, ma la tracklist si lascia ascoltare abbastanza volentieri e presenta un paio di episodi realmente sopra la media del genere. Il gruppo non convince soltanto quando – vedi “Black And Blue” – sembra cercare ad ogni costo il breakdown spaccaossa: a furia di inserire rallentamenti qua e là, i nostri perdono il filo del discorso e finiscono per risultare troppo macchinosi. Ma si tratta comunque di una ingenuità, a cui i Bring Me The Horizon potranno ovviare con un pizzico di esperienza in più. Sono giovani e hanno dalla loro una buona inventiva e un’ottima padronanza degli strumenti: se proseguiranno su questa strada, in un futuro prossimo potranno forse dar vita a qualcosa di veramente importante.