7.5
- Band: BRING ME THE HORIZON
- Durata: 00:52:57
- Disponibile dal: 04/10/2010
- Etichetta:
- Visible Noise
- Distributore: Audioglobe
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I Bring Me The Horizon sono in grado di catalizzare l’attenzione: impressionanti nelle vesti di bimbi prodigio del death metal, gli inglesi hanno svoltato immediatamente con le sonorità più ruffiane di "Suicide Season". Con "There Is a Hell, Believe Me I’ve Seen It. There Is a Heaven, Let’s Keep It a Secret" i ragazzi di Sheffield abbracciano finalmente il loro pubblico, in controtendenza rispetto all’adolescenza oramai terminata, realizzando quello che è il loro album più coraggioso, sfacciatamente moderno e iper-prodotto. La proposta è sempre propriamente heavy, e se deathcore e hardcore si influenzano vicendevolmente come mai in passato, lasciando spazio tanto a gang vocals quanto a growl gutturali, l’intera raccolta viene immersa in una produzione ipermoderna e invasiva à la Prodigy, che non disdegna vocals femminili, tracce di sei minuti con sezioni ambient, tastiere e sinth, archi. Anche l’impressionante guitar work, capace di scavare le profondità dei breakdown più esosi e rivoltarsi in sezioni veloci e articolate (eccellente il lavoro del nuovo ingresso Jona Weinhofen, palpabile l’influenza svedese degli Studio Fredman) è vittima dei frequenti stupri elettronici a cui sono sottoposti vocals e sezione ritimica. Di certo molti avvertiranno un brivido lungo la spina dorsale solo per l’accostamento appena descritto, dopo ripetuti ascolti però chi scrive si sente di decretare questo lavoro attualissimo e pienamente riuscito: nessuna filler nei 12 brani in questione, nessuno stato catatonico causato dal rumore bianco del metalcore generico, siamo davanti a quello che è probabilmente la migliore uscita discografica del combo capitanato da Oli Skyes, sicuramente quella più calzante alla sua scomoda identità.