8.0
- Band: BRONZE HALL
- Durata: 00:37:36
- Disponibile dal: 20/06/2025
- Etichetta:
- Canti Eretici
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Le note di stampa di questo “Honor & Steel” recitano testualmente “Finnish epic metal for fans of Bathory, Isengard, Manowar and Enslaved” e, caspiterina, questo è esattamente quello che troverete fra i solchi di questo album di debutto dei Bronze Hall, neonata one-man band finlandese capitanata dal misterioso polistrumentista Yöpiöveli, del quale non è dato conoscere altro al di là della sua militanza, in veste di batterista e cantante, negli altrettanto misteriosi blackster Houre.
Se a questa – quantomai netta – dichiarazione di intenti uniamo le scelte fatte in sede di presentazione grafica e di immagine del progetto, nonché l’immaginario evocato dai titoli dei vari brani che vanno a comporre questa opera prima, risulta abbastanza facile intuire cosa aspettarsi una volta fatta partire l’opener “Triumph Of Honor & Steel”: epic black metal primordiale, grezzo e marziale, reso ancora più gelido da essenziali arrangiamenti di synth capaci di richiamare alla mente, oltre alla band già citate in precedenza, anche echi dei connazionali Thy Serpent (soprattutto i primissimi), degli Ellfor e degli immancabili capiscuola Summonig.
Il totale menefreghismo dei Nostri nel confronto dell’innovazione o di qualsivoglia piacioneria viene confermato con malcelata strafottenza anche dalle scelte fatte in sede di produzione, con suoni che, pur lontani dalla cacofonia di certe produzioni black lo-fi, sembrano quasi bearsi della loro stessa natura sgraziata e poco rifinita, nonché della loro intrinseca capacità di donare al tutto la densità atmosferica ricercata, esaltata vieppiù dall’essenzialità tipicamente finnica ostentata in fase di scrittura.
La successiva “We Follow The Ravens” è forse ancora più sintomatica, in tal senso, col suo evocativo arpeggio iniziale che sfuma ben presto in un imperioso midtempo che più Bathory di così non si potrebbe; un brano che non avrebbe sfigurato nemmeno su qualche album dei primissimi Falkenbach, grazie a un dinamismo di fondo passibile di attualizzare la tradizione del viking ‘storico’, esattamente come professato a suo tempo dalla celebre one-man band tedesca.
Che dire poi della tracotanza belligerante di brani come “Ancient Whispers” o della lunga, strutturata e conclusiva “Land In Solitude (Quest For Blood)”, nella quale emergono addirittura echi dell’epicità ‘lunare’ dei Beherit di “Drawing Down The Moon”?
Un’ulteriore nota di merito va poi spesa per l’incontenibile carica evocativa dell’ottima “By Fire..”, la cui lunga introduzione acustica mette in mostra un gusto melodico tutt’altro che grezzo o raffazzonato, a ulteriore riprova del fatto che il buon Yöpiöveli sia tutt’altro che uno sprovveduto e cieco amante dell’epic black metal old-school intento semplicemente a tributare i suoi miti di gioventù: in questo “Honor & Steel” confluiscono ispirazione, talento e conoscenza della materia, messe al servizio di una visione chiara, solida e ben definita e concretizzate con innegabile capacità di sintesi.
Certo, qui non si cerca minimamente reinventare la ruota, non è questo l’obiettivo e non è certo questo il senso dell’album o del progetto: i Bronze Hall sono un atto d’amore, e come tali vanno presi e assaporati, con tutto ciò che questo comporta in quanto a meriti o demeriti.