BRUCE DICKINSON – Tattooed Millionaire

Pubblicato il 13/05/1990 da
voto
7.0
  • Band: BRUCE DICKINSON
  • Durata: 00:43:14
  • Disponibile dal: 08/05/1990
  • Etichetta:
  • BMG

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È curioso pensare come l’inizio della carriera solista di Bruce Dickinson prenda vita da un brano che, alla fine, non comparirà mai nel suo debutto fuori dagli Iron Maiden. Siamo nel 1989 e la band si sta prendendo una pausa di riposo dopo il grandioso tour di supporto a “Seventh Son Of A Seventh Son”. Dickinson, che sta utilizzando questo tempo per coltivare ulteriormente la sua passione per la scherma, si ritrova tra le mani una proposta interessante di Rod Smallwood: comporre un brano per la colonna sonora di “Nightmare 5”, la celeberrima saga horror che sta per proporre un nuovo capitolo nei cinema. Bruce accetta e chiede una mano ad un suo vecchio amico, Janick Gers, che conosceva dagli albori della N.W.O.B.H.M. per la sua militanza nei White Spirit. Gers è un chitarrista dallo stile pirotecnico e una grande presenza sul palco e negli ultimi anni si era fatto conoscere suonando la chitarra nei Gillan, band solista dell’ex-cantante dei Deep Purple. I due avevano anche collaborato recentemente per una performance durante un concerto di beneficenza, dove avevano eseguito “All The Young Dudes” dei Mott The Hoople, pertanto non stupisce il desiderio di Bruce di rivolgersi a Janick per questa nuova avventura. L’intesa è subito ottima e il risultato di questa partnership è un brano, intitolato “Bring Your Daughter… To The Slaughter”. Il risultato è talmente buono che il produttore, Chris Tsangarides, e il management di Dickinson, iniziano ad accarezzare l’idea di dare vita ad un vero e proprio album solista. Bruce e Janick accettano con entusiasmo: chiamano ad aiutarli il bassista Andy Carr e il batterista Fabio Del Rio e si mettono al lavoro. Non ci sono obiettivi da raggiungere, nulla di paragonabile alle pressioni che ci possono essere dietro ad un nuovo album degli Iron Maiden, solo tanta voglia di suonare, divertirsi e dare sfogo a tutto ciò che Dickinson non avrebbe potuto proporre a Steve Harris e ai suoi compagni. Il risultato è un album divertente e rilassato, che non sarà un pilastro della musica mondiale, ma si lascia ascoltare con grande piacere. Il trittico di apertura farebbe invidia anche a nomi di grosso calibro: “Son Of A Gun” apre le danze con un taglio quasi epico, con un grande ritornello e un pregevole solo di Gers; “Tattooed Millionare” è una graffiante e divertente critica dello stardom delle band heavy rock degli anni ’80; mentre “Born In ’58” gioca la carta autobiografica con un incedere quasi springsteeniano, per un brano da ascoltare a volume altissimo mentre si macinano chilometri di autostrada. Il resto si mantiene su buoni livelli, anche senza particolari vette di qualità, e ci preme citare almeno “Dive! Dive! Dive”, guidata da un’ottima linea di basso; l’hard rock a metà strada tra Deep Purple ed Aerosmith di “Lickin’ The Gun”; e la conclusiva “No Lies”, composizione più ariosa, ai limiti del pop-rock. Nella tracklist trova spazio la già citata cover di “All The Young Dudes”, mentre “Bring Your Duaghter… To The Slaughter”, come è noto, no. Steve Harris, infatti, sentito il pezzo, insiste perché Bruce lo tenga da parte per gli Iron Maiden, considerandolo sprecato in un album solista nato come divertissement. Chiusa la parentesi solista, infatti, è il momento di tornare all’ovile per pensare ad un nuovo album della Vergine di Ferro, “No Prayer For The Dying”.

TRACKLIST

  1. Son Of A Gun
  2. Tattooed Millionaire
  3. Born In '58
  4. Hell On Wheels
  5. Gypsy Road
  6. Dive! Dive! Dive!
  7. All The Young Dudes
  8. Lickin' The Gun
  9. Zulu Lulu
  10. No Lies
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