BRUJERIA – Pocho Aztlan

Pubblicato il 20/09/2016 da
voto
8.0
  • Band: BRUJERIA
  • Durata: 00:46:10
  • Disponibile dal: 16/09/2016
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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Belli i tecnicisimi, i romanticismi, le suggestioni, ma non dimentichiamoci quanto soddisfacente possa essere un disco che fonda le proprie basi su un ignorantissimo misto di violenza, canzoni al vetriolo e testi offensivi, se fatto bene e con le basi del mestiere. Lo sanno bene i Brujeria, che al primo full length dopo un bel sedici anni (e per Nuclear Blast) sfornano un disco che, lo diciamo subito, fa assolutamente quello che ci si aspetta da un album dei messicani: ti spara in faccia, ti offende, ti lega su una sedia e ti sbeffeggia prima di giustiziarti, corre veloce e ti appesantisce coi passi pesanti di credenze popolari, tributi a narcos e machismo à la mexicana. El cartel guidato dal Brujo riesce a presentarsi nel 2016 con un album all’altezza della depravazione che il nome si porta dietro: una opener, che dà il titolo dal disco (che significa più o meno ‘devastata terra promessa’), da far cascare dalla sedia tanto è efferata la brutalità con cui il riffing e tutto l’impianto ritmico assalgono l’ascoltatore, e da lì sarà mattanza continua: “Profecia Del Anticristo” non fa prendere fiato e tra delle chitarre serrate ed un tempo sempre up che crea dei giri che dal vivo potrebbero far tremare la terra, e così proseguendo troviamo brani come “Plata O Plomo”, evidente tributo al signor Escobar (forgiato, forse, anche sull’entusiasmo generato dalla bella serie Netflix), dove i tempi si fanno più dilatati e se possibile più claustrofobici ma vagamente meno caustici, seppur in presenza di un ritornello da urlare assieme ai folli drug lord mascherati. Le prese di posizione (che ovviamente fanno parte della recita) sanno variare dalla durezza al sessismo, dalla critica all’ironia, ma se stiamo ascoltando dei narcos con le chitarre ci facciamo andare bene l’apologia di Escobar quanto “Culpan La Mujer” (incolpa la moglie) e spassose storie di droga andate male (“Isla De La Fantasia”). It’s a rock and roll show, e tra death sparato a mille (anche se di grind tout court non ce n’è tantissimo), giri punk che odorano di hardcore (“Mexico Campeon”, che speriamo davvero poter vedere un giorno dal vivo) i Brujeria, con la loro all star line-up segnano un ritorno sulle scene coi fiocchi, concludendo con la rivisitazione di “California Uber Alles” dei Dead Kennedys (qui “California Uber Aztlan”), una cui versione era già uscita come singolo un pugno di anni fa. Una bombetta, speriamo che tra un’esecuzione e un’evasione (e, prosaicamente, tra gli impegni delle band madri dei musicisti coinvolti nel progetto, tra le quali ci sono nomi come Napalm Death e Carcass, ma questo lo sapete), il tempo a questi signori della droga non manchi per continuare a coltivare questa non così piccola realtà.

TRACKLIST

  1. Pocho Aztlan
  2. No aceptan imitaciones
  3. Profecía del Anticristo
  4. Ángel de la frontera
  5. Plata o plomo
  6. Satongo
  7. Isla de la fantasía
  8. Bruja
  9. México campeón
  10. Culpan la mujer
  11. Códigos
  12. Debilador
  13. California über Aztlan
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