BRUTAL TRUTH – End Time

Pubblicato il 20/09/2011 da
voto
8.0
  • Band: BRUTAL TRUTH
  • Durata: 00:54:36
  • Disponibile dal: 27/09/2011
  • Etichetta:
  • Relapse Records
  • Distributore: Masterpiece

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E’ incredibile come i Brutal Truth riescano ancora a confezionare album spettacolari dopo tutti questi anni di onoratissima carriera e dopo uno stop durato più di dieci anni. Ci eravamo piacevolmente fatti trascinare dalle sonorità telluriche del come back album “Evolution Through Revolution”, che andava a toccare l’aspetto più squisitamente grind della loro proposta; ora invece Dan Lilker e soci con questo “End Time” riportano in auge i fasti del capolavoro “Need To Control”, trovando la giusta amalgama tra il grindcore e l’industrial noise, senza scordarsi di aggiungere al tutto delle discrete dosi di post grind, figlie dei nostri tempi. Sebbene le sonorità peschino a piene mani da “Need To Control”, il nuovo album non risulta essere soltanto una mera copia, ma vive di vita propria. L’iniziale “Malice” è un brano lungo – rispetto alla media – e basato su di un incrocio tra ruvidità noise e pesantezza sludge core, mentre la successiva “Simple Math” è un vero e proprio capolavoro di grindcore evoluto, una della canzoni più cattive che ci sia capitato di sentire negli ultimi tempi! La band continua a massacrarci le orecchie con delle schegge fulminanti di pochi minuti, al cui interno convivono primi Napalm Death, Ion Dissonance, Exploited e Discharge, in un crescendo di intensità che ha il proprio culmine nella punkeggiante “Small Talk”. Si riesce a tirare il fiato solamente all’altezza di “Warm Embrace Of Poverty”, dove vengono riprese le sonorità iniziali a cavallo tra sludge e noise. Da qui in avanti “End Time” accantona parzialmente le velleità punk hardcore e si concentra maggiormente su di un approccio sempre molto violento ma ammantato da sonorità post core. Prova ne siano “Butcher” ed “Addicted”: la prima alle prese con un chitarrismo straniante tipico di quella scena, la seconda che vive di melodie tipicamente post, pur se sotterrate sotto tonnellate di violenza ritmica. Il finale è interessantissimo, anche se non ha nulla a che fare con il grind propriamente inteso. “Drink Up” si dipana pesantissima ai confini del doom sludge, salvo che per delle accelerazioni ritmiche presenti sul finale, mentre “Control Room” è un lunghissimo brano di puro industrial noise, che magari in molti troveranno noioso, ma che in realtà è assolutamente ben costruito da delle persone che conoscono a dovere la materia. La line up è molto affiatata e si sente! La voce al vetriolo di Kevin Sharp pare non conoscere il significato del termine invecchiamento, mentre la sezione ritmica è  – praticamente da sempre – quanto di meglio si possa trovare sulla scena. Anche Eric Burke alla sei corde è decisamente cresciuto e si permette passaggi più studiati e mai banali. Una volta di più quindi i Brutal Truth si ergono al di sopra delle masse e, lungi dall’adagiarsi su quanto di grandioso hanno fatto in passato continuano invece a sperimentare partendo da quella che è la loro storia personale per evolversi ogni volta in maniera non scontata. Scusate se è poco!

TRACKLIST

  1. Malice
  2. Simple Math
  3. End Time
  4. Fuck Cancer
  5. Celebratory Gunfire
  6. Small Talk
  7. .58 Caliber
  8. Swift And Violent (Swift Version)
  9. Crawling Man Blues
  10. Lottery
  11. Warm Embrace Of Poverty
  12. Old World Order
  13. Butcher
  14. Killing Planet Earth
  15. Gut-Check
  16. All Work And No Play
  17. Addicted
  18. Sweet Dreams
  19. Echo Friendly Discharge
  20. Twenty Bag
  21. Trash
  22. Drink Up
  23. Control Room
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