6.5
- Band: BRUTALLY DECEASED
- Durata: 00:30:52
- Disponibile dal: 21/03/2014
- Etichetta:
- Doomentia Records
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Quando i Dismember hanno annunciato il loro ritiro/scioglimento, più di un death metaller affezionato alla vecchia scuola del genere sarà rimasto vittima di un mezzo infarto. Tuttavia, a mente fredda, non si può dire che il suddetto panorama non abbia offerto più o meno adeguati sostituti in questi anni di acceso revival. Certo, un “Like An Everflowing Stream” non può essere dimenticato nè rimpiazzato, ma gli amanti delle chitarre-motosega e del “tu-pa-tu-pa” alla svedese a oltranza nell’ultimo lustro sono stati più volte accontentati dai vari Undead Creep, Paganizer, Cryptborn, Entrails e chi più ne ha, più ne metta. I Brutally Deceased ovviamente rientrano in questa categoria, con un monicker che omaggia altri padri del genere, i Grave di Ola Lindgren, e un suono modellato sotto ogni punto di vista su quello dei grandi nomi usciti dai Sunlight Studios di Stoccolma nei primi anni Novanta. Non vi sono sorprese nè particolari spunti brillanti in “Black Infernal Vortex”, tuttavia questo secondo album del gruppo ceco mette in mostra quella solidità che ci si aspetterebbe da una formazione che ha lasciato trascorrere quattro anni prima di dare alle stampe una nuova opera. I ragazzi di Praga non sono dei maestri, ma sciorinano un discreto comparto riff abbinato ad una apprezzabile fluidità in sede ritmica; i pezzi sono costruiti senza grandi sbavature e non si perdono in lungaggini, denotando in mezzora quasi esatta ampia conoscenza del genere e passione da vendere. Certo, l’ispirazione non è quella dei maestri nè quella in dote ai cosiddetti discepoli di prima fascia, ma come ascolto senza pretese “Black…” fa il suo dovere. Infine, poco o nulla da appuntare anche alla copertina e alle scelte di produzione: questo è un album-tributo, un lavoro “da fan per fan”, concepito e realizzato con indubbia onestà e il giusto mestiere.