7.0
- Band: BRUTUS
- Durata: 00:54:39
- Disponibile dal: 08/01/2016
- Etichetta:
- Willowtip Records
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Un disco come “Murwgebeukt” o si ama o si odia, senza mezze misure. D’altronde, con ben cinquantaquattro minuti (!) di US death metal sul piatto, brutale e sanguinario alla maniera di Cannibal Corpse, Suffocation e primi Deeds Of Flesh, le cosiddette sfumature di giudizio e opinione faticano a trovare posto, soppiantate da una ferocia e da un’intensità a livello esecutivo che sovente sfiorano le soglie del parossismo più sfrenato. Per questo loro attesissimo comeback, pluri-annunciato e pluri-rimandato in seguito alla morte del batterista/membro fondatore Ploegbaas, gli olandesi Brutus decidono di non guardare in faccia nessuno, né tanto meno di scendere a compromessi con le esigenze del mercato, esplorando ancora più in profondità quell’abisso di orrore e degenerazione scavato all’epoca del debutto “Slachtbeest”, nell’ormai lontano 2003. Il risultato – inevitabile date le premesse – è un’opera assolutamente monolitica, capace di mettere in seria difficoltà anche chi è solito sguazzare in certi laghi di sangue, incentrata su turbinii chitarristici frenetici, ritmiche assoggettate all’uso del blast-beat e vocals gutturali che non lasciano scampo all’ascoltatore, dietro cui è però possibile scorgere un songwriting ordinato e dalla forte impronta novantiana. I brani, grazie a questo approccio, ne guadagnano sia in termini di impatto che di efficacia, snodandosi attraverso un percorso sonoro che, una volta superata la fase di disorientamento iniziale, regala a più riprese riff e cambi di tempo contagiosi, modellati su un collaudatissimo mix di violenza, tecnica e ignoranza (sentire una “Judaswieg” o una “Lijdensweg” per credere). Il problema sorge quando nel finale, vista la mole impressionante della tracklist, i Nostri cominciano a ripetersi, ripiegando sulle stesse soluzioni e sulle stesse strutture udite soltanto qualche attimo prima, livellando verso il basso un giudizio che altrimenti sarebbe stato di mezzo punto superiore a quello riportato in calce. Un po’ di rammarico resta, ma possiamo garantirvi che i fan dei gruppi sopracitati, oltre che di tutta la corrente ‘brutal’, avranno ugualmente di che sollazzarsi, fatti a pezzi da uno degli album più intransigenti degli ultimi mesi.