7.0
- Band: BUFFALO GRILLZ
- Durata: 00:29:15
- Disponibile dal: //2010
- Etichetta:
- Gangsta Paradise
Davvero interessante l’esordio di questi Buffalo Grillz, ensemble messo insieme da musicisti molto conosciuti nella scena underground estrema del centro-sud Italia. La formazione infatti vede impegnati Enrico Giannone degli Undertakers alla voce, Cinghio dei The Orange Man Theory alla chitarra, Gux degli Tsubo al basso e Mastino dei Dr. Gore dietro le pelli. L’unione delle forze ha partorito una miscela esplosiva di grind e death metal che, musicalmente parlando, ha poco da invidiare ai nomi più blasonati del genere. I ragazzi però seguono quella corrente sempre più in voga che punta ad arricchire i propri brani con campionamenti bizzarri ed apparentemente fuori contesto. Ecco così che l’intro “Il Grind E’ Servito” altri non è se non la riproposizione della sigla della trasmissione “Il Pranzo E’ Servito” con qualche banale effetto noise in sottofondo: di esempi del genere ce ne sono diversi all’interno di “Grind Canyon”, dai campionamenti tratti da Kenshiro o Giochi Senza Frontiere a titoli quali “Grind Gala”, “Graind Raccordo Anulare” o i simpaticamente autoreferenziali “Il Lago Dei Cinghi” e “No Mastino, No Grind”. Tutto questo avrà probabilmente una logica nel concept creato dalla band, ma francamente questi giochini vengono a noia quasi subito. Fortunatamente i ragazzi, quando decidono di fare sul serio, colpiscono duro. Il grind di Giannone e soci è sempre tirato alla morte, spesso con degli accenti piuttosto groovy, grazie anche allo splendido lavoro di basso di Gux e prodigo di riff chitarristici di scuola death. Da segnalare in questo senso le ottime “Cous Cous Clan”, “Grindasia” e soprattutto “Graind Raccordo Anulare”, con Mastino che letteralmente fonde il suo drum kit! Ci piace segnalare anche un paio di brani quali “Fisting Daisy” e “Veni Vidi Grindi”: la prima una vera e propria cavalcata extreme country (!), la seconda più canonica ma con degli inserti hard rock davvero ottimi. Enrico Giannone sfodera una performance superba, di una cattiveria spropositata, ben supportata da Cinghio, che si fa carico di un lavoro enorme alla sei corde. Il basso di Gux ha pochi eguali sulla scena, riuscendo a prendersi anche degli spazi da protagonista davvero rari in questo ambito. Mastino è sempre e assolutamente devastante. Se insomma i Buffalo Grillz riuscissero a focalizzarsi appena poco di più sulla musica e meno sul contorno, ci potremmo trovare al cospetto di qualcosa di realmente grande. Ora saremmo curiosi di vedere la loro furia scatenarsi su di un palco.