BUIOINGOLA – Dopo L’Apnea

Pubblicato il 15/10/2013 da
voto
8.0
  • Band: BUIOINGOLA
  • Durata: 00:33:38
  • Disponibile dal: 05/10/2013

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La stella dei pisani Buioingola è giovane ma brilla già di una luce vigorosa e scalpitante. Ascoltando il loro debutto si potrebbero muovere nei confronti della band varie critiche, a partire dalla qualità audio (non proprio all’altezza) della registrazione con la quale hanno deciso di dare voce per la prima volta in assoluto alla propria musica o alla scelta delle liriche in italiano che in qualche istanza – sebbene per la maggior parte siano però del tutto indistinguibili – hanno il sapore dell’occasione mancata nei confronti di ciò che avrebbe potuto essere un trionfo vero e proprio. Insomma, i tratti del debutto e dell’opera inesperta con il quale ci si affaccia per la prima volta al mondo questo lavoro li ha, e si sentono tutti. Ma fatte queste deboli, antipatiche e puntigliose premesse, non resta altro prendere atto del songwriting ispiratissimo ed estremamente particolare che domina tutto il resto, e parlare invece di una musica di cui il lavoro è fatto, che è talmente onesta e sincera e dominata da una classe così inarrivabile da eclissare tutto il resto. Le canzoni di “Dopo L’Apnea” sono vagiti di dolore di una entità dannatissima venuta al mondo in una realtà distopica e decadente. Sono il pianto di un’anima inconsolabile che soffre e si contorce in una malinconia esasperata in cui l’unica pioggia a cadere è fatta di lacrime e in cui l’unica luce a risplendere è quella della luna persa in una notte interminabile. La musica dei Buioingola è un affare d’altri tempi che va a rivangare direttamente la gloria oscura e disperata di “No Sanctuary” degli Amebix e di quel crust lercio, zozzo e regresso ma fottutamente epico e apocalittico fatto di pura rabbia e disillusione che ha reso leggendari i fratelli Miller. Ma il crust degli Amebix è solo un punto di partenza, un incipit indispensabile che si dispiega poi lungo strade ugualmente buie e apocalittiche, e che lungo il cammino si contamina di tantissime altre eredità diverse. Man mano che l’ascolto prosegue ci si rende conto che la grandeur di questo lavoro è sfaccettattissima e che vive grazie all’eredità di entità totali della decadenza post-punk inglese degli eighties: Joy Division, Killing Joke, Bauhaus, e così via, passando per i Cure, i My Bloody Valentine e il loro wall of sound muto e impenetrabile. Nel loro tentativo disperato di esprimersi tramite tutto ciò che è negativo e tenebroso, i Nostri si sono anche inevitabilmente imbattuti nelle oscure trame del black metal, e le frequenti e evidentissime rasoiate di chitarre gelide e caustiche di cui il lavoro è costellato enfatizzano questa ovvietà in maniera innegabile. Questa enorme ed estremamente evocativa fusione e rielaborazione di generi dannati ha finito per creare un quadro in ultima istanza molto astratto ed atmosferico, che da un lato avvicina i Nostri non poco alla compagine neo-crust europea, creando un filo diretto con band quali Planks, Link e primi Fall of Efrafa, e dall’altro si ricongiunge direttamente al black metal atmosferico venato di hardcore e crust degli Altar Of Plagues, dei Wolves In The Throne Room e soprattutto dei ben più tenebrosi e decadenti Ash Borer. Insomma, è un debutto squarciante quello dei Buioingola che, seppur riconducibile a tante realtà preesistenti e tutto sommato anche molto “in voga” di questi tempi, ha anche saputo iniziare un discorso del tutto nuovo e presentarsi sulla scena con una formula personalissima che ha stabilito un precedente innegabile ed estremamente avvincente. 100% autoprodotto, 100% cuore.

TRACKLIST

  1. Persevero
  2. A Mani vuote
  3. Candida
  4. Rigurgito
  5. Oceano
4 commenti
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