BUIOINGOLA – Il Nuovo Mare

Pubblicato il 11/04/2017 da
voto
7.5
  • Band: BUIOINGOLA
  • Durata: 00:34:28
  • Disponibile dal: 31/03/2017
  • Etichetta:
  • Sentient Ruin

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Permarrà quale grande mistero mai del tutto svelato, quello dei Buioingola. Il combo viareggino/spezzino si accomiata con “Il Nuovo Mare”, salvo ripensamenti dell’ultim’ora. Prima di quest’ultimo capitolo discografico, un demo e un primo full-length, “Dopo L’Apnea”, che nonostante la qualità e la non convenzionalità dei loro contenuti non hanno portato chissà quale popolarità alla formazione, anche considerando tale concetto in un’ottica squisitamente underground. Ed è un peccato, perché le idee in possesso del terzetto sono notevoli e avrebbero meritato miglior sorte. “Il Nuovo Mare” porta con sé un carico di angosce, timori, paure e paranoie che sarebbe veramente un peccato non subire. Nelle pubblicazioni precedenti era esercizio futile cercare di categorizzare l’operato del gruppo e fortunatamente anche questa volta non c’è nulla di perfettamente identificabile in quanto suonato dai Buioingola. Si nuota, meglio dire si annega, in un mondo lugubre, desolato, attraversato da melodie sinistre tratteggiate con movimenti sconnessi dalla chitarra, che copre un arco espressivo sterminato. Mantenendosi a un grado d’intelligibilità solo parziale, la sei corde tremola di decadenze post-punk, terribili quando sono arpeggi tristissimi a tenere banco, sconquassanti quando il suono s’ingrossa e fantasie di colori smorti avvampano di un’energia mortifera e assolutamente disperata. Ci immergiamo in ambienti in stato di inesorabile ammaloramento, annaspiamo in vuoti industrial-ambient (“Attesa”) che lasciano vinti, esanimi, incapaci di muoverci tanto riescono a inoculare un senso di invincibile squallore. È il dolore immane dei Tragedy che si raccorda alle ceneri ancora fumanti che circondanti gli universi dei Godflesh, un affresco apocalittico dove osserviamo scampoli di una battaglia ancora in corso (“Irriconoscibile”, “Silenzio”), durante la quale nessuno vuole soccombere, ma vincere è impossibile. L’epica della tristezza infinita portata avanti dal gruppo si snoda anche in respiri di doom malinconico, sporcato di marcescenza punk (“Eclisse”), a ricordarci che il malessere può comunicarsi in tanti modi, tutti ugualmente efficaci. I vocalizzi conclamano la catastrofe, sia che si avvinghino a noi sotto forma di un delirante vociare rauco, sia che un gelido parlato sussurri frasi sconnesse, con tono calmo e rassegnato. I colpi della batteria disegnano un altro microcosmo frastagliato, facile perdersi fra i ritmi impulsivi delle parentesi più urgenti e le geometrie squadrate, asettiche e incostanti che puntellano le fondamenta dei panorami post-industriali. In un disco così cerebrale e mutevole, secondo un’umoralità forse inspiegabile persino per i suoi stessi autori, si fanno apprezzare aperture di bieco nichilismo che rimandano al black metal più crudo, mediato dalla visionarietà della band, che contorna anche i momenti più dolorosi di atmosfere sospese e indecifrabili. Lo straniamento generale provocato dall’album fa leggermente pagare dazio alla sua coesione interna, talune divagazioni avrebbero reclamato minore spazio e il fluire strumentale piuttosto ruvido lascia a intermittenza l’impressione che qualche dettaglio potesse essere meglio evidenziato. Detto questo, “Il Nuovo Mare” rappresenta un’esperienza sonora rara, che chiunque abbia ascolti di larghe vedute dovrebbe provare almeno una volta. Nel caso, difficilmente rimarrebbe l’unica.

TRACKLIST

  1. Polvere
  2. Latenza
  3. Irriconoscibile
  4. Attesa
  5. Eclisse
  6. Silenzio
  7. Il giorno dopo
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