7.0
- Band: BULLDOZER
- Durata: 00:41:50
- Disponibile dal: 01/01/1986
- Etichetta:
- Roadrunner Records
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Un anno dopo l’esordio discografico i Bulldozer si ripresentano con “The Final Separation”, album che colpisce in primis per la sua copertina grottesca, ironica, quasi ridicola per i tempi. La title track dà inizio alle danze con gelidi arpeggi ed atmosfere artiche, per poi esplodere a suon di riff. Purtroppo, nonostante l’apporto della potente Roadrunner Records, la produzione lascia a desiderare e penalizza brani che con suoni più curati avrebbero potuto competere con le più grandi produzioni estreme internazionali. Rispetto a The Days Of Wrath, il nuovo album appare meno grezzo, ma altrettanto potente e letale. “Ride Hard-Die Fast” è la tipica speed thrash song, una sorta di inno al metallo dominata dalla devastante voce di AC Wild. “The Cave”, famosa perché inizia con dei gemiti femminili, porta avanti il massacro sonoro dei Bulldozer, un altro up-tempo pieno di cavalcate e riff con cui Andy Panigada costruisce il suo indistruttibile muro sonoro. Il brano più azzardato ed originale dell’intero disco è senza dubbio la conclusiva “The Death Of Gods”, una metal-suite di quasi dieci minuti. Pare di essere catapultati in un girone infernali, Andy Panigada pare trasformarsi in un novello Tony Iommi e macinare riff lenti, doomish dalle sulfuree tinte. Non mancano all’interno del pezzo le classiche sfuriate dei Bulldozer, ma questa volta i meneghini puntano soprattutto sull’atmosfera. “The Final Separation” conferma lo stato di forma della band, solo la produzione non all’altezza impedisce al disco di ricevere i dovuti onori e di essere ricordato al pari di nomi ben più famosi sulla scena.