BULLET-PROOF – Cell XIX

Pubblicato il 16/12/2021 da
voto
7.5
  • Band: BULLET-PROOF
  • Durata: 00:44:18
  • Disponibile dal: 21/12/21
  • Etichetta:
  • Sleaszy Rider Records

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Che fine avevano fatto i Bullet-Proof? Dopo il primo incoraggiante vagito targato “De-Generation” del 2015, seguito dal dirompente “Forsaken One”, rilasciato due anni dopo, la thrash metal band italo-slovacca era attesa al varco con il fatidico terzo album, quello del “o la va o la spacca”. Un disco che, tuttavia, aveva accumulato più di un ritardo dovuto – insieme ai motivi ‘mondiali’ che tutti purtroppo conosciamo – ad alcuni inghippi avvenuti in sede di line-up. La ricerca di un secondo chitarrista, infatti, (ruolo rimasto instabile dopo la pubblicazione del secondo full-length) si era nel tempo complicata più del previsto, rovinando così i piani di Richard Hupka e compagni. Un problema che, alla fine, è stato risolto con un semplice salto all’indietro nel tempo, richiamando dal primo “De-Generation” l’amico Andrea Demasi, ex Skanners dove per due anni ricoprì il ruolo di bassista. Un ritorno che, visto il risultato finale del qui presente “Cell XIX” è parso più che azzeccato. Caratterizzato da quel mix passionale costruito su nomi quali Metallica, Megadeth e Testament, oltre ad una base di fondo plagiata sulle forme heavy classiche, la terza fatica dei Bullet-Proof, pubblicata ancora una volta dalla Sleaszy Records, porta con sé due importanti novità: da una parte, come detto, la prestazione dello stesso Demasi, autore di una serie di assoli intriganti e taglienti, in grado di donare più dinamicità ad ognuno dei brani; dall’altra una maggior rocciosità dell’intero impianto compositivo frutto, tra le altre cose, del momento storico in cui è stato inciso il disco. Robustezza musicale che va di pari passo con i temi affrontati nel corso dell’album, riassumibili in un forte attacco nei confronti della società, ingabbiata, intrappolata in una cella e telecomandata a destra e a manca senza nemmeno porsi la benché minima domanda di dove stia andando a finire.
Di qui dunque le due chitarre a sferzare riff e assoli in quantità industriale, di là una sezione ritmica solida e tambureggiante, guidata dal comparto più giovane della band (Federico Fontanari al basso e Lukas Hupka, figlio di Richard, alla batteria): elementi che, pur non ricercando chissà quale novità nel genere, sono riusciti a mettere in fila una decina di pezzi con i controcazzi, proponendo quella miscela aggressiva e melodica che già nel precedente “Forsaken One” aveva strappato più di un consenso. Si diceva dell’apporto di Demasi: la prova provata l’abbiamo nell’opener (vera) “Brainocide”, tanto fulminea quanto orecchiabile nello stacco refrain, è sicuramente una delle canzoni di maggior presa grazie ai suoi innesti funambolici e repentini che vanno a consolidare la capacità dei Bullet-Proof di creare più varianti all’interno di un unico pezzo. Discorso che si ripresenta nella ‘priestiana’ “Paralyzed”, dove i richiami all’immortale “Painkiller” sono più che evidenti; e così vale per “Cold Sigh”, la stessa titletrack e l’oscura “No Future”. E se la voce di Hupka senior riesce a tenere modulazioni accettabili lungo tutto il full-length, compresa la cover finale “All I Want” dei The Offspring, una nota dolente dobbiamo sollevarla in tema di produzione, meno impeccabile rispetto all’ultimo lavoro, con il suono della batteria talvolta appiattito tanto da non premiare a dovere l’operato di Hupka junior. Un dettaglio che va smussare l’ottimo ritorno sulle scene dei Bullet-Proof, nuovamente in azione con il loro thrash d’annata, rimescolato con la giusta freschezza d’intenti che li contraddistingue.

TRACKLIST

  1. Endovena (intro)
  2. Brainocide
  3. When Truth And Trust Collapsed
  4. Paralyzed
  5. No Future
  6. Cell XIX
  7. Cold Sigh
  8. Undeniable Decline
  9. Perfectly Divided People
  10. Perception Of Reality
  11. All I Want (The Offspring cover)
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