7.0
- Band: BURN DOWN ROME
- Durata: 00:31:44
- Disponibile dal: 15/09/2008
- Etichetta:
- Visible Noise
Spotify:
Apple Music:
La Visible Noise si sta dimostrando una label oculata ed intelligente, pronta ad investire su band giovani ed originali come ad esempio i Bring Me The Horizon (per citare i più noti) e i qui presenti Burn Down Rome. I britannici avevano già fatto parlare di sé con l’EP “Faith In Liars, Faith In Thieves” dello scorso anno, ma per questo vero e proprio esordio sulla lunga distanza alcune cifre stilistiche sono decisamente cambiate. Nell’EP infatti ci trovavamo davanti ad una band di hardcore progressivo ma ancora piuttosto violento e con delle deviazioni vicine al metalcore; in questo “Devotion” invece i ragazzi dimostrano di essere maturati piuttosto in fretta e mettono insieme un pugno di canzoni il cui legame con l’hardcore propriamente inteso si ferma alla voce di Jacob Cade, fin troppo acida in determinati frangenti. Le influenze contenute nel debut vanno dai classici Neurosis ed Isis, quasi inevitabili per proposte di questo tipo, fino ai The Cure, dai quali mutuano parecchi suoni di chitarra, passando per Jesus Lizard, Underoath, Eden Maine e Zao, anche se queste ultime quattro band sono presenti solo a tratti nella musica dei nostri. Volendo proprio definire il sound attuale dei Burn Down Rome, si potrebbe parlare di screamo sperimentale e darkeggiante, ma è una descrizione che lascia il tempo che trova. L’importante è che tracce quali “Debauchery”, “XO” e soprattutto “Apathy” colpiscano nel segno grazie ad un feeling lancinante e cupo ed al lavoro molto positivo di Max Mansson alla chitarra, capace di passare da riff piuttosto ruvidi ad un lavoro di cesello maledettamente darkeggiante. Insomma, i giovanotti inglesi riescono a regalarci un buon album che in prospettiva li potrebbe proiettare ai piani alti della musica moderna, violenta ed evoluta. Dateci un ascolto se riuscite.