7.0
- Band: BURNING BLACK
- Durata: 00:46:15
- Disponibile dal: 08/05/2008
- Etichetta:
- Sweet Poison
- Distributore: Self
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E’ sempre un piacere scoprire che, nel marasma di inutili release che ogni meseintasa i nostri ascolti, dall’Italia spesso e volentieri spuntano dal nulla nuove realtà molto interessanti. Stiamo parlando dei Burning Black e del loro esordio “Prisoners Of Steel”, già dal titolo i nostri lasciano pochi dubbi sul sound di questo lavoro. Le canzoni sono un manifesto ancor più evidente dell’amore che questi giovani musicisti nutrono nei confronti del metallo tradizionale di scuola anni ottanta, già da “Hell Is Now” l’influenza di mostri sacri come i Judas Priest rimane ben evidente. Proseguiamo l’ascolto, “Angel Of War” e “Smell The Fire” contengono riff a metà via tra Saxon ed Accept, il cantato al vetriolo (di notevole estensione) e la magnifica prova alla sei corde di Marco Maffeis sono senza ombra di dubbio i punti di forza dei Burning Black, sempre pronti ad assalire i nostri timpani con scintille di metallo. La band ha scelto i Remaster Studios, capitanati da Tony “Mad” Fontò, per la produzione del disco ed i risultati si sentono. Il sound dei Burning Black infatti ricorda in diversi momenti quanto sentito sui dischi dei White Skull, ma la personalità di questi ragazzi è indiscussa. “Prisoners Of Steel” non brilla certo per originalità, d’altro canto il genere stesso non richiede chissà quali innovazioni, l’importante è la constatazione che questi baldi difensori della fede ci abbiano regalato un disco di discreta fattura in grado di competere con molte uscite ben più blasonate.