5.5
- Band: BURNING CASKETS
- Durata: 00:26:20
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“To Burn A False Prophet” è l’album di debutto dei californiani Burning Caskets: metallo estremo dalle strutture semplici e lineari, che adotta certe idee ritmiche anni Novanta (particolarmente affini a quelle dei Pantera) e le contestualizza in un paradigma con radici nel death metal, spruzzandovi sopra qualche puntata nell’hardcore moderno. Potrebbero ricordare gli Skinless, per rocciosità, ma senza determinati valori aggiunti, primo fra tutti la personalità. Il problema, in effetti, è tutto lì, visto che esecuzione e produzione sono discrete (specie considerando che si tratta di un album autoprodotto, pubblicato dal gruppo senza etichetta) e il songwriting, pur non eccellendo, non va mai sotto i livelli standard comunemente ritenuti accettabili. L’aspetto più valido di tutto il disco è sicuramente la dedizione al groove, che viene ottenuto tramite tempi dritti, non eccessivamente veloci, e ritmi stoppati; il resto è un miscuglio, a tratti anche gradevole, di cose note come qualche riff più classicamente death (come in “Mockery”) o le doppie voci (che troverete qua e là per tutto il disco): la miscela è piuttosto omogenea, nel senso che non ci sono pezzi che risaltano sugli altri, eccezion fatta per “Prophecies Of A Blackened Sun” (in positivo: il pezzo migliore) e l’ultima traccia (in negativo: oscena cover di “Wake Up Dead” dei Megadeth). In definitiva, dunque, si tratta di musica che avete risentito di sicuro: è nostra opinione che si possa passare oltre, tuttavia qualcuno che tiene a cuore questo tipo di sonorità potrebbe apprezzare la carica contenuta tra le note di “To Burn A False Prophet”, con la certezza – però – di non avere tra le mani un platter granché longevo.