6.5
- Band: BURY YOUR DEAD
- Durata: 00:33:13
- Disponibile dal: 18/03/2008
- Etichetta:
- Victory Records
- Distributore: Venus
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Tenaci, i Bury Your Dead. Dopo aver ingoiato una camionata di sterco (la label che si perde dietro agli Aiden e l’abbandono del frontman all’apice della carriera) la formazione è riuscita comunque ad andare avanti. Certo va rispettata anche la scelta dell’ex Mat Bruso, che ha lasciato nel 2007 per percorrere la carriera di insegnante (!), forse invogliato dalla progressiva tendenza all’infighettamento materializzatasi puntualmente in questo ritorno, autointitolato per sottolineare la nuova partenza. Sperando in un rilancio alla Killswitch Engage il gruppo ha assunto Myke Terry, frontman di colore con l’ultima cena tatuata sul petto e il piglio naif, a dire il vero del tutto simile al suo predecessore nel muoversi sugli accordi ribassati della formazione, ma, nella sua diversità, non del tutto convincente: sembrerà un paradosso, ma nella sua monolitica staticità e ripetitività Mat riusciva ad essere tutt’uno con l’ultra-pesantezza del moshcore che ha reso grande “Cover Your Tracks”. Di sicuro i Bury Your Dead riescono a riproporre riff pesantissimi e feroci hook a ripetizione, senza nascondere i limiti tecnici e puntando all’affiatamento, ma le clean vocals in “Year One” o “Fever Dream” sono quasi indigeribili per gli affezionati del pit, per i quali la formazione era presto divenuta un punto di riferimento. La band va quindi a cercare una maggiore varietà al posto di primeggiare in una sfumatura del genere, avvicinandosi però alla massa informe a parere di chi scrive, con un retrogusto simile ai Fear Factory dell’era “Digimortal”, nel solito contesto hardcore metal. Un piccolo passo indietro per la formazione del Massachussets, un album poco distintivo che rischia di rimandarli nel calderone.