6.5
- Band: BURZUM
- Durata: 01:02:29
- Disponibile dal: 28/11/2011
- Etichetta:
- Byelobog Productions
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Forse Varg Vikernes si sente un po’ come Marcel Proust nel suo “À La Recherche Du Temps Perdu”. Sta di fatto che ,da quando è uscito di prigione, il musicista norvegese, e uno dei massimi interpreti di quello che è stato (in tutti i sensi) il black metal, non ha smesso un attimo di stare con le mani in mano. Dopo aver dato alle stampe due album davvero eccelsi come “Belus” e “Fallen”, a Varg Vikernes è venuta in mente un’idea davvero bizzarra e che non mancherà (come sempre) di dividere il suo pubblico. Il progetto Burzum ritorna in studio, oggi come allora nei ‘soliti’ Grieghallen Studio, per ri-registrare alcune canzoni tratte dai suoi primi due full length album: l’omonimo “Burzum” e lo storico “Det Som Engang Var”. Ovviamente, la produzione è ‘migliore’ (da un punto di vista oggettivo) rispetto a quella dei primi anni ’90, ma bisognerebbe chiedersi quale tra le due versioni sia quella più appropriata per delle canzoni di black metal estremo. Altro elemento che è stato inevitabilmente stravolto è il cantato di Varg: lo screaming simile ad un ‘latrato’ che lo ha reso famoso negli anni, su questa nuova versione è praticamente scomparso per lasciare il posto ad uno screaming piuttosto anonimo e sicuramente meno estremo. Non bisogna perdere le ragioni del giudizio definitivo su questa release e bisogna cercare di restare indifferenti, perché l’ascoltare e riascoltare alcuni brani che effettivamente mettono i brividi (come “Ea. Lord Of The Depths” ed altri) porterebbe ad osannare nuovamente Varg per la qualità delle sue song, mentre bisogna tenere sempre a mente che questo lavoro è solo una compilation di brani che sono stati stravolti e privati della loro anima nera e del loro senso più intimo. Per conoscere i motivi che hanno spinto Vikernes a ripubblicare sotto una nuova veste i brani che lo hanno reso celebre e che hanno scritto una pagina importante del black metal potete visitare il sito internet dei Burzum e leggere voi stessi cosa Varg ha risposto alle domande inerenti la pubblicazione di questa compilation. I fan di vecchia data probabilmente rimarranno delusi, perché, anche se l’autore non lo dice apertamente, questa riedizione non fa altro che gettare un’ombra su quanto fatto in passato. E sapere che un artista in qualche modo sminuisce o cerca di modificare quanto ha fatto in passato non fa mai piacere. Alla fine non si può certo dire che questa compilation non sia piacevole, se si vogliono ascoltare dei brani storici, ma il movente sull’attuazione di questa scelta rimane discutibile. Almeno, da un punto di vista musicale, i Burzum 2011 non hanno rovinato quanto fatto all’epoca con una riedizione aberrante dei vecchi brani come invece hanno fatto i loro connazionali Dimmu Borgir risuonando pessimamente il secondo album “Stormblåst”. Questa riproposizione di Burzum è dignitosa, perché cerca di mantenere (anche se non ci riesce) atmosfere e stile originari, non vuole attualizzarli e trasformarli da neri e sofferti a ‘solari’ e ‘bucolici’, sulla falsariga degli ultimi due album pubblicati di recente. E’ comunque destino per ogni release dei Burzum che non ci sia pace o unanimità nei giudizi. E la storia continua…