7.5
- Band: BUSH
- Durata: 00:48:24
- Disponibile dal: 07/10/2022
- Etichetta:
- BMG
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“Peccato per una copertina abbastanza imbarazzante e i testi un po’ troppo banali, ma si tratta di peccati tutto sommato veniali in un contesto per il resto all’altezza dei lavori storici”: chiudevamo così la recensione del precedente “The Kingdom”, e dobbiamo dire che potremmo ripeterci con questo nuovo “The Art Of Survival”, nono album della band di Gavin Rossdale in quasi trent’anni di chiacchierata carriera tra accuse di sciacallaggio (“Sixteen Stone”, debutto del 1994, viene da molti visto come l’incipit del post-grunge sulle ceneri dell’allora morente Seattle Sound) e gossip di vario genere.
Giunto ormai alla soglia dei sessant’anni il buon Gavin sembra invecchiare come il buon vino, al punto che possiamo definire questo quinto lavoro post-reunion come il migliore dei ‘nuovi’ Bush: eccezion fatta per l’iniziale “Heavy Is The Ocean”, un po’ troppo telefonata, il resto della tracklist non sbaglia un colpo. “Slow Me”, “More Than Machines”, “Shark Bite” e “Gunfight” conquistano da subito per la commistione tra un riffing sempre più massiccio e la calda voce di Mr. Rossdale, ma c’è spazio anche per contaminazioni che vanno dal quasi-industrial di “May Your Love Be Pure” alle punteggiature elettroniche di “Human Sand”, in cui si avverte un tocco di freschezza garantito dalla presenza di Erik Ron in cabina di regia. Niente da dire anche sul comparto ballad – “Creatures Of The Fire” e “1000 Years”, una sorta di “Glycerine” dei tempi moderni – a conferma di un disco solido dall’inizio alla fine pur senza stravolgere una formula alternative rock ormai collaudata: non sarà forse sufficiente per far cambiare idea ai tanti detrattori dei Bush, ma un ascolto senza pregiudizi ci restituisce una band che non solo ha imparato a sopravvivere, ma ha raggiunto l’apice della sua forma nel ventunesimo secolo.