6.5
- Band: BUZZOV.EN
- Durata: 00:33:52
- Disponibile dal: 11/01/2010
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
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I Buzzov.en, senza essere dei fuoriclasse, erano una buona band che in molti hanno dimenticato troppo in fretta. Nati nel 1989, i nostri sono stati attivi per circa un decennio ed hanno pubblicato tre full length, tra cui l’eccellente “Sore”. Una volta scioltisi, Ramzi e Dixie hanno continuato a fare musica con i Sourvein e con gli stonatissimi Bongzilla: così facendo sono riusciti a portare avanti l’eredità della loro band madre, fatta di punk, sludge, noise e metal. Ora la Relapse immette sul mercato questo “Violence From The Vault”, che è una raccolta di registrazioni che la band incise su cassetta nel periodo immediatamente successivo all’uscita di “Sore”, nel 1995. I cinque brani qui contenuti sono di discreta fattura e decisamente più grezzi di quanto fatto dai nostri sulle uscite ufficiali. All’epoca la formazione dei Buzzov.en era composta da Kirk Fischer alla voce e alla sei corde, Dixie al basso, Ashley Williamson alla batteria e il povero Buddy Apostolis alla seconda chitarra. La band partiva da una miscela esplosiva di punk e sludge e citava tra le proprie influenze gli imprescindibili EyeHateGod ed i Melvins: dai primi ha mutuato l’approccio paludoso ma diretto di certo sludge e la pericolosità sociale (si parlava di concerti simili a bolge infernali) e dai secondi la voglia di inserire partiture noisy e fuzz su di una struttura ritmica scarna ed essenziale. Ovviamente questo lavoro non può essere indicativo di come era la band, dato che si tratta di una fotografia sfocata dalla produzione e di materiale che la stessa band non ha mai voluto pubblicare sugli album ufficiali, riservandolo per i vari EP e split CD disseminati nella loro discografia. Rimane però un piacere ascoltare brani quali “Mainline”, con il suo incedere grasso, lento e saturo, oppure la punkeggiante (ed inedita) “Paintake” o anche il lungo e straziante delirio di “Nod”, quindici e passa minuti lenti e rumorosi, da fare invidia agli Electric Wizard più tetragoni. Ebbri della nostra dose di sludge slabbrato e maleducato, ora non ci resta che sperare che qualcuno raccolga il testimone lasciato cadere dai Buzzov.en e porti avanti con coerenza quello che era il loro discorso musicale.